Come riesce l’arte visiva del XXI secolo a dialogare con l’antico? Come arriva l’eco di un mondo, di una bellezza classica nell’epoca della rete? A questa e ad altre domande prova a rispondere la mostra Homo Homini. Da Hayez a De Chirico. Dialogo tra antico moderno e contemporaneo nella collezione Boga.
La rassegna, aperta fino al 3 dicembre 2017, alla Villa Reale di Monza è ospitata dagli spazi dell’Orangerie.
“Più volte abbiamo assistito ad alleanze fra antico e moderno- dice Piero Addis – direttore generale della Villa Reale-. Paradossalmente l’antico è stato spesso una bandiera delle avanguardie nella loro lotta contro il vecchio. Ma come si pone oggi il rapporto tra l’eredità del mondo classico, l’elaborazione del moderno e la cifra contemporanea delle opere prodotte dalla Fondazione stessa? Homo Homini suggerisce alcune risposte nelle opere presentate.
Dal linguaggio metafisico di De Chirico al modernismo di Henry Moore, dalla lezione spaziale di Marino Marini alla cifra astratta di Kengiro Azuma, l’esposizione si pone come dialogo tra antico, moderno e contemporaneo in un vero e proprio excursus con numerose chiavi di lettura e un filo conduttore: la modalità di comunicazione tra l’arte visiva del XXI secolo e l’antico.
La mostra prende avvio da Il grande metafisico di Giorgio de Chirico (1970), attraverso l’accostamento con la scultura contemporanea L’uomo che cammina di Boga (2017) per poi indagare il significato dell’esistenza con il San Gerolamo di Hayez, Space Venus di Dalì (1984) che insieme alla Venere di Rodin e a Dea Amore (Boga, 2016) pare un altro tentativo di risposta, frutto degli esperimenti tecnico-artistici di entrambi gli autori.
Theresa Kleine, nel testo critico del catalogo della mostra, afferma:
L’indagine sull’uomo nei suoi differenti stati d’animo, nella possanza della forma fisica, nella vocazione professionale e nel significato della sua esistenza si cela sia nelle sculture sia nei disegni della Collezione della Boga Foundation.