Nasceva a Tours il 20 maggio del 1799 Honoré de Balzac, il narratore che nella monumentale Commedia Umana ha saputo descrivere la società del suo tempo forse meglio di chiunque altro, nelle sue sfumature più nascoste e dolorose. Figlio di una famiglia borghese, in gioventù Balzac compì studi di diritto a Parigi, quindi ebbe modo di svolgere innumerevoli professioni. Provò a scrivere testi teatrali, quindi collaborò con alcuni giornali dell’epoca e avviò persino delle attività imprenditoriali come editore, stampatore e tipografo. Da queste però ricavò solo grandi debiti.
Infine decide di dedicarsi completamente alla letteratura. E inizia a scrivere ad un ritmo vertiginoso. È uno degli scrittori più prolifici di sempre, nel giro di sedici anni, a partire dal 1830, scrive circa novanta romanzi, di cui numerosi feuilleton pubblicati a puntate su giornali e riviste, che riscuotono un successo crescente tra il pubblico. Tra questi ci sono veri e propri capolavori come Papa Goriot ed Eugènie Grandet, ma c’è soprattutto una grande e articolata panoramica della società del suo tempo, che viene analizzata e descritta con grande realismo, e con parecchio sarcasmo, come un mondo dominato dalle logiche meschine del denaro, che permeano tutti i rapporti sociali, anche quelli tra mariti e mogli e tra padri e figli.
Alla meschinità del denaro si contrappongono le forti passioni di alcuni personaggi che rivendicano altri valori, diversi da quelli professati nella società in cui sono immersi, valori più alti. Personaggi che sono però destinati a soccombere. Come la stessa Eugénie Grandet, protagonista dell’omonimo romanzo, che, a dispetto dell’avarizia terribile del padre con cui è costretta a vivere, impronta la sua vita all’amore disinteressato per il cugino Charles. Salvo poi rimanere abbandonata anche da quest’ultimo, proprio per denaro.
Nel progetto ideato in corso d’opera da Balzac tutti i suoi romanzi avrebbero dovuto contribuire alla costruzione del grande progetto chiamato Commedia Umana, titolo di chiara ispirazione dantesca, che lo scrittore suddivide idealmentein tre parti: Studi di costume, Studi filosofici e Studi analitici, a loro volta suddivisi in ulteriori ‘scene’ (ad esempio Papà Goriot fa parte delle ‘scene della vita privata’). L’obiettivo è analizzare in modo scientifico, seppur attraverso la letteratura, ogni categoria sociale e ogni ambiente. Un approccio che sarà poi ripreso dai successori di Balzac, da Emile Zola all’italiano Giovanni Verga, che guarderanno a lui come al grande maestro del realismo letterario.
Un approccio cui guarderanno con grande interesse anche Marx ed Engels che vedranno proprio nello scrittore francese, reazionario e conservatore, una fonte preziosissima per la rappresentazione dei rapporti tra i diversi elementi della società. Lo stesso Friedrich Engels scriverà di aver imparato dal realismo dell’opera di Balzac “di più che da tutti gli storici dichiarati, gli economisti e gli studiosi di statistica di quel periodo messi insieme”.