Che i profughi sul confine greco-macedone siano migliaia, di certo lo sapete già, ma magari vi siete persi che tra loro ci sono anche tantissimi bambini bisognosi di attenzioni particolari. Il problema dei più piccoli, infatti, che si somma a quelli dei migranti di ogni età, è che spesso la situazione estrema in cui si trovano li rende impauriti e nervosi…
Ma anche ragazzini in età elementare soffrono di disturbi del sonno o di mutismo improvviso. Ecco perché i campi di confine sono spesso visitati da psicologi e volontari che offrono gratuitamente un supporto medico e anti-trauma, coinvolgendo, ogni giorno, circa 250 bambini insieme con le loro madri.
Tra le attività “riabilitative” proposte ai bambini più grandi, che però aiutano anche gli psicologi a capire cosa si muove nella mente dei piccoli migranti, c’è il disegno: e proprio a questo scopo i volontari portano ogni giorno pennarelli e pastelli a volontà.
Nei quadri che escono dalla loro mano (qui) si vedono case, ritratti dei genitori, fiumi, alberi e fiori che simboleggiano le paure ma anche le speranze che questi bambini nutrono, nonostante tutto, nel domani.
Ilaria Beretta