di Francesca Radaelli
All’inizio di gennaio si è aggiudicato il Pallone d’oro africano ed è considerato uno dei migliori calciatori del mondo. Ma Sadio Manè, attaccante senegalese del Liverpool, ha il grande merito di far parlare di sé anche al di fuori dei campi di calcio. E non per questioni di gossip, né tanto meno per il lusso del suo stile di vita. Al contrario.
Ultimamente a fare il giro del web è stata la foto del suo telefonino: mezzo rotto, con lo schermo scheggiato, e le cuffiette col cavo (nemmeno wireless). In precedenza era circolata una foto che lo immortalava mentre stava aiutando a fare le pulizie in una moschea a Liverpool.
Eppure il numero 10 del Liverpool guadagna bene. I soldi però decide di utilizzarli in altri modi.
“Perché dovrei volere dieci Ferrari, venti orologi e due aerei?”, ha confidato in un’intervista a Teledakar. “Mi chiedo: cosa faranno questi oggetti per me e per il mondo?”. Parole decisamente inusuali, e non solo all’interno del mondo del calcio.
Manè ora è un calciatore di successo, ma non ha dimenticato la sua storia: “Io so cosa voglia dire avere fame, ho lavorato nei campi, sono sopravvissuto alle guerre. Ho iniziato a giocare a calcio a piedi nudi, non sono andato a scuola perché non potevo permettermelo.”
Il racconto del suo primo provino dice tutto: “Lasciai la mia città per andare nella capitale assieme a mio zio, per effettuare dei provini, non lo dimenticherò mai. Quando toccò a me c’era un uomo anziano che mi guardava come se io fossi nel posto sbagliato. Mi chiese ‘sei qui per il provino?’ e io risposi di sì. ‘Con quelle scarpe? Guardale, come puoi pensare di giocare con quelle?’ mi disse. In effetti erano davvero malandate, vecchie e rotte. Poi aggiunse ‘e quei calzoncini? Non hai dei calzoncini da calcio?'”. Alla fine però il provino andò alla grande: la vita di quel ragazzino dalle scarpe malridotte cambiò radicalmente.
E oggi gran parte dei suoi guadagni sono destinati alla beneficenza, al suo Senegal, investiti in progetti concreti di promozione sociale. Con i soldi di Manè sono state costruite scuole e anche uno stadio. Sono stati acquistati vestiti, scarpe, cibo. Ogni mese, la stella della Premier League dona 70 euro a tutti gli abitanti di una zona molto povera del Senegal, per contribuire all’economia familiare.
“Preferisco che il mio popolo riceva un po’ di ciò che la vita mi ha dato”, dice lui. Con tutta la semplicità di chi i gol li fa senza parlare troppo. In campo, ma soprattutto fuori.