I Marlene Kuntz sul palco del Carroponte

MK2@AlexAstegiano_LI Marlene Kuntz sul palco del Carroponte in occasione della prima edizione del Musicraiser Festival. Questa sera doppia festa: oltre ai primi tre anni di attività della piattaforma di crowdfing, si ricorderà anche il ventennale dal primo lavoro dei Marlene Kuntz, quello che gli ha permesso di realizzare il proprio sogno: “Catartica”. Un pubblico entusiasta ha seguito l’anno scorso le date del tour nato dalla voglia del gruppo di portare sul palco “Catartica”, evento avvenuto in concomitanza della pubblicazione del progetto Pansonica, un ep composto da 7 brani uscito lo scorso settembre per Sony Music Italia. E così vista l’accoglienza e visto il grande coinvolgimento e divertimento con cui i Marlene stessi hanno performato in quelle date, la voglia di una appendice estiva è poco alla volta cresciuta. Anche quest’estate hanno girato l’Italia, ripercorrendo nota dopo nota le prime emozioni del loro successo, e oggi saranno di nuovo pronti per un altro spettacolo, a Sesto San Giovanni. Insieme ai Marta sui Tubi e ai Post-CSI suoneranno al Musicraiser Festival; abbiamo intervistato Riccardo Tesio, chitarrista della storica rock band.

Quale ragione vi ha spinto a tornare sul palco con i primi successi?
Questo tour è nato, perché ci è stato richiesto dal nostro pubblico. Ci hanno suggerito di realizzarlo in occasione dei vent’anni dall’uscita di Catartica, l’idea ci è piaciuta e abbiamo poi pensato di renderla concreta.

Il pubblico come ha reagito?
Molto bene! Il tour invernale è stato realizzato nei club, che frequentavamo agli esordi ed è stato molto coinvolgente: ci ha permesso di ritrovare quel contatto che avevamo un tempo con le persone.

Mentre nel tour invernale avete proposto una scaletta di vostra produzione, nel tour estivo avete scelto di riprodurre interamente la track-list originaria dell’album: qual è l’impatto sul pubblico?
Riproducendo la track-list sicuramente c’è meno effetto sorpresa, d’altro canto è un fatto curioso suonare da cima a fondo un disco intero, live. È la prima volta che lo facciamo e rimane una scelta curiosa!

Sono ormai più di vent’anni che i Marlene Kuntz sono un gruppo rock: qual è il punto di forza che vi tiene legati?      
Sicuramente è frutto del caso! Forse, abbiamo avuto l’intelligenza di comprendere che in un gruppo, specialmente in uno musicale, in cui si passa molto tempo insieme, è necessario ricoprire un ruolo e soprattutto che sia rispettato da tutti. Questo deve essere chiaro per non incorrere in gelosie o invidie. Nella maggior parte delle volte, i dissidi nascono da questo: un esempio è la figura del cantante, che essendo il  portavoce dela band, è più spesso intervistato, ma anche criticato se c’è qualcosa che non piace; non per questo un altro componente deve sentirsi sminuito! Credo sia proprio questa la chiave di lettura giusta: rispettare il ruolo che ognuno ha all’interno del gruppo.

Una domanda sul tuo ruolo: nel corso della tua carriera hai suonato diverse chitarre, quale è la tua preferita e che ricordi hai legati?
Ho imparato a suonare su una imitazione di una Gibson “Diavoletto”,  che anche attualmente rimane la mia chitarra preferita, quella che quando la suono mi dà sicurezza. Appena ho potuto raccimolare i soldi sufficienti ne ho comprata una autentica! Gli altri strumenti sono forse anche meglio della “Diavoletto”, ma lei rimane “la mia chitarra” per eccellenza.

Cosa avete in serbo per il Musicraiser?
musicraiserEssendo un palco condiviso da più gruppi musicali, implicherà un set più breve. Abbiamo un’idea che ci gira in testa, ma non sappiamo se sarà fattibile: ci piacerebbe suonare con Gianni Maroccolo dei Post-CSI, ma lo scopriremo solo al sound check. Dato che parliamo di crowdfunding, ti racconto una curiosità: siamo stati un po’ dei pioneri circa la raccolta fondi per realizzare dei progetti musicali; prima che uscisse “Catartica” nel ’91- ’92, quando non avevamo ancora contatto con Maraccolo e la casa discografica, volevamo riuscire  a produrre un EP con 5-6 pezzi su vinile. Non avevamo soldi per farlo, quindi abbiamo messo degli annunci su Rockerilla, in cui raccontavamo un po’ la nostra storia e il nostro progetto, richiedendo di vendere alcune copie dell’EP in anticipo; ne furono acquistate parecchie. E poi è successo che alcune settimane dopo è partito il progetto di “Catartica” e quindi le persone che ci avevano finanziato inizialmente un EP, si sono ritrovati un disco vero e proprio tra le mani.

Chiara De Carli

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