di Daniela Zanuso
13 novembre 1990, ore 15:17:00 GMT. Quel giorno fu realizzata la prima pagina web in assoluto, progettata da due ricercatori del Cern Tim Berners-Lee, informatico britannico e il suo collega belga Robert Cailliau che, per lo scopo, utilizzarono uno dei server del Cern di Ginevra.
E’ l’inizio di quella rivoluzione che si chiama World Wide Web.
Una ragnatela grande quanto il mondo: ecco che cosa significa, letteralmente, World Wide Web (il nome di battesimo fu scelto da Tim Berners-Lee).
Il Web è uno spazio di Internet (dall’inglese interconnected networks, ovvero “reti interconnesse”), che permette di navigare e utilizzare un grandissimo numero di contenuti multimediali e non, destinato quindi alla pubblicazione di informazioni, testi, immagini, grafici, video, audio, …
Oggi sembra tutto talmente ovvio, ma ai tempi le reti di computer erano basate su ambienti proprietari, cioè poche case di informatica e tutti incompatibili. Internet era cresciuto in ambito accademico e quasi esclusivamente nelle università scientifico-tecnologiche americane.
Tim Berners-Lee ebbe il suo daffare presso multinazionali, istituti di ricerca e all’interno dello stesso Cern, dove inizialmente ottenne solo scarse dimostrazioni di interesse per qualcosa di cui non si vedeva una vera utilità, prima di raggiungere il suo obiettivo.
Comunque sia, la scelta di Berners-Lee e Caillau è stata un tributo straordinario all’umanità perché loro decisero di pubblicare le specifiche senza chiedere royalty e concedere così a tutti il libero uso dei loro standard di definizione delle pagine HTML , in modo da permettere una rapidissima diffusione del Web.
Il concetto di Berners-Lee sta in questa definizione: “La visione che avevo del web era che ogni cosa fosse potenzialmente connessa con ogni altra cosa”.
Nel progetto di questi pionieri c’era soprattutto un’idea sociale, quella che le informazioni e le idee devono liberamente circolare, perché patrimonio comune che può arricchire la comunità, la cultura, la democrazia e anche gli affari.
E inoltre, c’era la considerazione, magari un po’ azzardata, che le persone fossero comunque interessate a scambiare, relazionarsi e addirittura a regalare tempo, risorse e beni intellettuali.
Sono sotto gli occhi di tutti gli innegabili esiti positivi di un tale gesto, un gesto di grande libertà di pensiero e di condivisione della conoscenza.
Grazie Tim, grazie Robert!