I più deserti luoghi

I più deserti luoghi Che fine ha fatto Olga, donna di mezza età che vive con un fratello disabile in un lussuoso appartamento?

Per scoprirlo, sarà necessario leggere il suo diario, tutto ciò che rimane di lei, insieme ad una valigia pronta, rimasta in casa, aperta sul letto.

Per tutta la sua vita la donna si è presa cura di Leandro, minore di lei di tredici anni, entrato in coma all’età di un anno per uscirne dieci anni dopo; le loro vite scorrono nel completo isolamento sociale, seguendo una routine consolidata, in cui l’unica variabile è rappresentata dallo svolgersi di un gioco che appassiona entrambi, in un salone disabitato della grande casa. Infatti Leandro, che è quasi completamente cieco e ha difficoltà ad esprimersi, ha il magico potere di evocare paesaggi scaturiti dai romanzi che sua sorella gli ha letto sin da quando era piccolissimo, e, in essi, Olga si muove come fossero veri, e si sente finalmente felice.

In un romanzo ad alta tensione emotiva, Silvana Gandolfi, già autrice di libri per bambini, qui alla sua prima prova in un romanzo per adulti, racconta il rapporto di dipendenza psicologica della protagonista nei confronti del fratello; con ritmo incalzante ci fa entrare nella mente di Olga, conducendoci verso un finale in cui nulla è come sembra.

Ascrivibile a pieno titolo al filone dei più famosi noir psicologici, come La Scala a Chiocciola della scrittrice britannica Ethel Lina White, o I Diabolici dei francesi Boileau e Narcejac, la trama dimostra quanto sottile sia la linea di demarcazione fra vittima e carnefice, e come questi due ruoli possano alternativamente invertirsi; aprendo al lettore una finestra temporanea sugli abissi di ogni animo umano provato dal dolore e dalla solitudine.

Valeria Savio

 

 

Silvana Gandolfi

 

 

 

Silvana Gandolfi

 

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