di Francesco Troiano
Sono al mercato. C’è una bancarella con articoli bellissimi, foulard dai colori attraenti , statuette di terra cotta, vasi, tappeti, monili di un artigianato di classe. Mi colpiscono, alcune fotografie di una ragazza in posa con mimetica e mitragliatore.
Confronto le immagini con la venditrice dietro il banco che, a differenza delle foto, ha i capelli sciolti, ma il suo viso orientale e un cipiglio abbastanza inconfondibile scioglie ogni dubbio. La ragazza si accorge del mio interessamento.
“Sì, sono io signore”
“Ah ecco. Impossibile non guardare queste foto…”
“Sono state scattate al confine fra Turchia e Siria. Sono una combattente di origine siriana. Ero nel battaglione dell’Ypg, l’Unità di Protezione Popolare della Siria, assieme alle ragazze del Kurdistan, abbiamo liberato Raqqah e Kobane dall’occupazione dell’Isis”
In un attimo, mi tornano alla mente quelle notizie che riguardavano queste donne eccezionali che hanno contribuito in modo decisivo alla sconfitta dello Stato Islamico.
“So perfettamente di cosa parla, e guardi, vorrei esprimerle la mia ammirazione. Voi rappresentate un popolo tenace e con la vostra femminilità stracolma di coraggio e forza, avete affrontato un mostro immane”.
“La ringrazio, ma purtroppo, in altri luoghi e da parte di altre persone non abbiamo ricevuto belle parole come le sue. Il nostro popolo continua a soffrire, la guerra in Siria non è ancora finita, la fame e la distruzione delle nostre città e dei villaggi sono una piaga infinita, molte di noi se ne sono andate in altri paesi come Italia perché hanno una famiglia e dei bambini come me. Io ho dovuto ricominciare come potevo”.
Questa donna si chiama Aisha.
Le ho comprato un portafoglio con una miriade di scomparti e il materiale di cui è fatto profuma di incenso e vaniglia.
Annusandolo, mi sono tornate le immagini di catastrofe e morte di Aleppo, e quella foto famosa piena di tristezza e speranza di quel signore seduto fra le macerie della sua casa distrutta, con un giradischi sul pavimento che ascolta della musica.
Nel salutarci, Aisha, ha messo la mano tesa sulla fronte come i soldati, ed è stato un onore per me ricambiare quel saluto.