di Francesco Troiano
Il bombo arriva con il suo ronzare maestoso e li visita tutti, i piccoli fiori della Nepetella. Come il leone è il re della foresta, il bombo è il re del cespuglio. Compie quattro giri di volo circolari e poi inizia il suo lavoro, instancabile e preciso. Ho controllato: la tonalità del suo ronzio: corrisponde alla nota LA del diapason.
Poco dopo appare planando un macaone, che sembra accontentarsi di un volo di ricognizione. La farfalla nera e bianca allarga il suo volo dando l’impressione di lasciare scie striate nell’aria, poi, silenziosa, con atterraggio morbido, abbraccia una corolla fresca di rugiada.
Come nascesse dal terreno spunta la Sfinge Colibrì, una piccola farfalla con le ali di un jet, la capacità di restare ferma in volo come i colibrì e la proboscide lunga e sottile che aspira dalle corolle. La vedi e poi sparisce per lasciare posto al bombo che aspettava di avvicinarsi.
Nel frattempo un altro ospite sinuoso ed etereo, la lucertola, fa la gimkana sotto i rami e rispunta muovendo la testolina come un piccolo periscopio sui variegati movimenti del cespuglio.
Il macaone intanto ha ripreso i suoi voli, sembra accontentarsi di osservare dall’alto le prodezze dei suoi amici.
Se c’è competizione, è comunque una gara di attesa, perché tutti hanno diritto alla loro porzione di polline, al loro spazio vitale. Dove arriva uno, l’altro sa aspettare.
E ti accorgi che il loro volo ha delle armonie e degli incroci, che vorresti rivedere fra i tuoi simili. Così, resti, a osservare con gli occhi di un bambino.
Per ricordarti dove sei, per ricordarti chi sei.