di Francesco Troiano – illustrazione di Filippo Carletti
In un video su Facebook, ci sono tre ragazzi. Uno di loro, lo conosco da tanti anni.
Quando era più piccolo, giovane come un ramoscello, gli suonavo le mie canzoni insegnandogli qualche accordo di chitarra. Il suo nome è Pablo.
Imparò anche lui a suonare e a scrivere canzoni. Purtroppo, un giorno, la sua mamma volò in cielo e lui, da ramoscello, divenne ramo spezzato. Scrisse un pezzo per lei e sopra la terra nuda del suo giaciglio lo cantò e tutti noi, amici partecipanti a quella giornata, vedemmo le onde di quella musica salire verso le nuvole della disperazione che non trova pace.
Passano gli anni, io e lui ci perdiamo nei meandri della vita.
Oggi è assieme a una ragazza bellissima. Con lei e un altro ragazzo spagnolo cantano e suonano cose stupende. Lo guardo e i suoi occhi sono gli stessi di quel giorno che cantava per la sua mamma, e mi fanno stringere il cuore.
Io “ormai grande”, Pablo ora ramo ben formato. Tutt’e due proseguiamo i nostri cammini con le nostre cicatrici, ma sempre aggrappati alle corde delle nostre chitarre.
Guardarlo ora mi trasmette forza, mi rischiara i pensieri scuri, ricordandomi di andare avanti a qualunque costo nel cammino della creatività e dell’amore.