di Francesco Troiano
Sul muro di mattoni della legnaia, c’è un piccolo aeroplano viola-scuro che arriva con un intenso ronzio a visitare i piccoli fiori bianchi del gelsomino: il suo nome è ape legnaiola.
Al suo apparire spaventa il suo manto scuro, ma se hai pazienza e la osservi senza paura, ti accorgi che è un insetto solitario, tranquillo che vive e lascia vivere. Il suo unico interesse è infilarsi in qualche corolla e rivestirsi di polline profumato da portare nella sua tana di legno.
Affianco a dove ronza, c’è una tela di argiope, un ragno bellissimo a righe bianche e nere sul corpo e sulle zampe e apparentemente inquieto. Tesse una tela da artista consumato e resta immobile in attesa di qualche preda. Se ti avvicini oltre un confine immaginario, si allarma facendo agitare la sua tela. L’ape scura volteggia sull’opera d’arte dell’argiope senza superare mai il confine, si posa su un fiore accanto alla tela, svolge il suo lavoro rapidamente e se ne va su un altro fiore.
Questa si, che è distanza di sicurezza, rispetto dell’altro e della sua libertà.