I rosari dei barconi

I rosari dei barconi;

di Fra Alberto Tosini, Guardiano del Santuario delle Grazie di Monza. 

Issei Watanabe a fianco dell’altare esegue due brani di Bach. Lui è una corda del violoncello: fisico esilissimo, occhi chiusi, tutto in nero, viso calamitato in alto. 

Note ripetute si allargano sotto le volte del santuario e tutti immaginano onde che spingono dei barconi carichi di tragedie e speranze. 

Issei Watanabe a fianco dell’altare esegue due brani di Bach. Lui è una corda del violoncello: fisico esilissimo, occhi chiusi, tutto in nero, viso calamitato in alto. 

La cassa del “Violoncello Del Mare” è colorata come un arcobaleno, ma i colori stranamente spelacchiati.  Sembra uno strumento maltrattato e incustodito.  Subito dopo all’ambone un signore molto gentile chiarisce: “Questo violoncello è stato costruito in un carcere minorile i mesi scorsi.  Il legno proviene da barconi abbandonati sulle spiagge che conosciamo. Conclusione di rotte che troppo spesso, vergognosamente, hanno il nome di morte.”

Con gesti materni, il giovane Issei depone il suo strumento sull’altare dietro una croce.  E la croce ha gli stessi colori e le stesse sbucciature.

Quella voce gentile commenta: “Anche questa piccola croce esce dalle carceri, creazione di mani che hanno sbagliato. E’ sempre legno di barconi abbandonati. Il legno orizzontale è stato ricavato da un pezzo di remo e il verticale da una prua. Alcuni giovani lavorando su quel legno, cambiano vita. Queste croci accendono luce in tante coscienze al buio e allo sbando.”

“Questo violoncello e questa croce sono state costruite in un carcere minorile i mesi scorsi.  Il legno proviene da barconi abbandonati sulle spiagge che conosciamo. Conclusione di rotte che troppo spesso, vergognosamente, hanno il nome di morte.”

Il frate che presiede quell’incontro del 31 maggio invita a prendere in mano il rosario. Entrando in santuario per l’appuntamento mariano, ogni fedele trovava il rosario per partecipare alla preghiera.  Prima di annunciare i misteri della gioia, sempre la voce gentile si avvicina all’ambone e ricorda:

“I rosari che avete tra le mani, li realizziamo con detenuti di varie carceri e con rifugiati. I grani sono ricavati dalle barche dei migranti approdati a Lampedusa. In carcere anche dei musulmani hanno imparato a dire il rosario.”

La voce gentile è Arnoldo Mosca Mondadori Presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti.  Lui è il padre di questa idea straordinariamente evangelica.  Tradurre legno di nessuno e niente in strumenti di preghiera e musica, in segno di speranza e salvezza, attraverso mani “sporche e sbagliate”.  Il progetto si chiama Metamorfosi.

Le Ave Marie sono intervallate dai 5 misteri e da testimonianze che danno voce alle diverse fragilità che stanno accompagnando pesantemente la nostra avventura umana. Migrante, malato di SLA, un prete novantenne a letto, assistente della salute mentale, un egiziano rifugiato.  Tutte storie in atto raggiunte da un raggio di speranza. 

Il rosario, con quei piccoli grani si carica delle immani tragedie e sofferenze e fatiche del nostro tempo e le depone nelle mani di Maria e delle nostre coscienze distratte. Alle 22.15  l’incontro si conclude.  Nessuno però cerca la porta per uscire. Si resta in santuario. Ognuno col suo rosario in mano, non riesci a metterlo in tasca. Il cestino che li conteneva è vuoto e i rosari erano 360.  

Il bellissimo quadro della Madonna delle Grazie: l’Annuciazione. In questa serata, la preghiera del rosario “si è fusa, come cera al fuoco, con le esperienze e le testimonianze di vita. La ripetitività delle preghiere ha favorito la meditazione di ciascuno dei presenti.”

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Ecco  il librettino con i testi delle testimonianze e delle riflessioni. Il Rosario della Fragilità è un’idea promossa e realizzata dai frati delle Grazie insieme alla Cooperativa La Meridiana, alla Fondazione Casa delle Arti e dello Spirito, a Scriveresistere, il magazine scritto con gli occhi  e al Dialogo di Monza. 

L’iniziativa si è svolta mercoledì 31 maggio presso il Santuario delle Grazie di Monza. Intervneti anche di Roberto Mauri, Presidente de La Meridiana, che ha sottolineato quanto sia importante stare accanto alla fragilità: “le persone fragili, infatti,  ci aiutano a trovare equilibrio e a ridimensionare i nostri disagi e a cercare con loro il senso autentico della vita.” Il giornalista Fabrizio Annaro, infine, ha fatto presente che la serata rappresenta, malgrado la durezza  delle testimonianze, “un’esplosione di positività e di buone notizie”. Hanno partecipato alla serata l’Arciprete don Silvano Provasi e il Sindaco di Monza Paolo Pilotto.

Libretto ROSARIO della Fragilità 31 maggio 2023 Santuario delle Grazie – Monza

 

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