di Francesca Radaelli
Bolle di sapone al Parco Sempione. Fumo nero come il carbone nel traffico di piazza Lega Lombarda.
Per i luoghi di Milano lo scorso lunedì si aggirava, pedalando, una strana creatura mitologica. Una sorta di centauro metà nuvola e metà bicicletta. Una nuvola a pedali. O forse una bicicletta celeste? Quel che è certo è che non è passato inosservato. Non solo per l’aspetto inusuale, ma anche per ciò che ha lasciato dietro di sé. Bolle di sapone che si sono trasformate d’improvviso in fumi neri come il carbone.
Dentro alla nuvola e in sella alla bicicletta c’era in realtà Martin Nothhelfer, un artista tedesco che pochi mesi fa ha attirato l’attenzione dei mezzi di informazione di tutti il mondo. Lui è il Wolkenradler, il “ciclista-nuvola”, una sorta di don Chisciotte contemporaneo, di eroe senza macchia e senza paura. Puro come una nuvola in cielo prima che arrivasse lo smog e coraggioso come un ciclista urbano. Un moderno cavaliere che in sella alla sua altissima bicicletta smaschera il grande insidioso nemico di ogni cittadino: l’inquinamento dell’aria. Uno smascheramento che avviene attraverso un particolarissimo congegno, in grado di emettere bolle di sapone dove l’aria è pulita oppure fumo dove è sporca.
Approdato a Milano su invito dell’associazione Cittadini per l’aria Onlus, il ciclista-nuvola è partito dall’Arco della Pace, è entrato in Parco Sempione e poi è uscito vicino al traffico dalle parti di piazza Lega Lombarda. E i passanti hanno potuto vedere coi loro propri occhi la reazione immediata della bicicletta alle variazioni nella qualità dell’aria, rendendosi conto concretamente della diversità di concentrazione delle sostanze inquinanti a distanza di pochi metri: è stato sufficiente che Martin Nothhelfer uscisse dal parco e arrivasse sul marciapiedi di una strada trafficata, perché le bolle di sapone che all’inizio salivano danzando leggere verso il cielo, si trasformassero in fumo nero, come quello di un tubo di scappamento.
Del resto, come ricorda l’associazione in occasione della Settimana Europea della Mobilità, che si è svolta dal 16 al 22 settembre, a Milano si stimano 600 morti all’anno – uno ogni 15 ore – per colpa del solo biossido di azoto (NO2), ed è Milano la città italiana con più morti da particolato fine (PM2,5). Sostanze che, insieme al PM10, sono responsabili di patologie all’apparato respiratorio e cardio-circolatorio. Le polveri inoltre si depositano negli organi interni, dai polmoni all’apparato digerente al cervello, e sono correlate all’insorgere di tumori.
“Dopo tutta l’attenzione positiva che avevamo suscitato nei media internazionali con la prima performance del Ciclista-Nuvola a Monaco di Baviera, sognavamo di riportarlo in strada in un posto nuovo e speriamo di continuare, magari andare a Stoccarda, Parigi, Londra, New York, o dovunque ce ne sia bisogno”, ha detto l’artista. “La nostra installazione viaggiante aggiunge carne al fuoco del dibattito sul traffico. Da parte nostra, vogliamo che l’abitudine a usare la bicicletta diventi sempre più diffusa”.
Proprio la promozione della multimodalità, cioè la possibilità di usare comodamente mezzi diversi per compiere un percorso è il tema centrale della Settimana della mobilità di quest’anno: per esempio, dall’hinterland di Milano, poter usare la bici per arrivare fino alla stazione, poi un treno, e infine un autobus, senza che avere la bici al seguito sia un problema. E sperando che la leggerezza delle bolle di sapone possa prevalere sullo smog che, più o meno visibile, opprime le nostre città.