Il cinema di Africa, Asia e America Latina si dà appuntamento a Milano

festival cinema africaÈ l’unico festival in Italia interamente dedicato alle cinematografie e alle culture di Africa, Asia e America Latina. E quest’anno taglia un importante traguardo.

Lunedì 4 maggio a Milano si alza il sipario sulla 25a edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, in scena nel capoluogo lombardo fino al 10 maggio. Saranno proiettati oltre 60 titoli in sette sezioni, selezionati tra più di 800 film visionati. Tra questi, 30 prime nazionalitre prime europee una prima mondiale.

“Siamo felici di presentare anche quest’anno il Festival, arrivato al traguardo dei 25 anni”, sottolineano le curatrici della manifestazione, Annamaria Gallone e Alessandra Speciale. “E lo siamo in modo particolare perché abbiamo rischiato di non farlo, come altri festival che si sono arresi di fronte al dileguarsi degli sponsor e del contributo delle istituzioni. Nonostante le difficoltà, il livello culturale rimane alto, perché è ancora grande il tempo che la nostra struttura ci dedica”.

Un Festival ormai ‘storico’ e ben deciso, malgrado le difficoltà, a cogliere la sfida del rinnovamento che, di questi tempi, non può che passare attraverso i nuovi media. E così, per festeggiare il primo quarto di secolo della rassegna, ha preso il via una campagna molto particolare, che vuole da un lato sottolineare la strada fatta e il traguardo raggiunto, dall’altro guardare al futuro.  Il claim è Io c’ero” e l’invito, rivolto a tutti coloro che negli anni hanno incrociato le loro strade con il festival, è quello di mandare il ricordo più personale della kermesse, il proprio racconto di un film, un’immagine che ha suscitato emozioni, un momento vissuto davanti allo schermo. Prendendo parte ad una ricostruzione partecipata della memoria e della storia del Festival, un viaggio lungo 25 anni.

io c'ero

L’edizione di quest’anno andrà in scena negli spazi di Auditorium San Fedele, Spazio Oberdan, Cinema Beltrade, Institut Français – CinéMagenta 63, Mudec, Museo delle Culture – Area Ex Ansaldo, Festival Center, Casello Ovest di Porta Venezia – Casa del pane, e si preannuncia ricca di presenze esclusive e imperdibili.

A partire da Abderrahmane Sissako, sette premi César all’attivo e una candidatura all’oscar per Timbuktu, che sarà presidente di giuria d’eccezione: un amico della kermesse milanese sin dalla primissima edizione nel 1991 dove presentò il suo cortometraggio d’esordio, “Le Jeu”.

E poi il film d’apertura, che sarà niente meno che Taxi Teheran di Jafar Panahi, vincitore dell’orso d’oro di Berlino 2015: distribuito in Italia dalla casa di distribuzione Cinema di Valerio De Paoli, avrà la sua prima italiana proprio al Festival.taxi teheran

In un momento in cui, a Milano, i riflettori sono puntati soprattutto sull’Esposizione Universale, anche il Festival farà la sua parte nell’alimentare il dibattito sulle tematiche trattate da Expo, con la sezione speciale “Films That Feed, i film che ti nutrono”, organizzata in collaborazione con Acra-Ccs e inserita tra gli eventi Expo in città. Si tratta di una sezione inaugurata nel 2013 e frutto di un approfondito lavoro di ricerca e scouting: dalle eccellenze della gastronomia alla sicurezza e salute alimentare, dal landgrabbing e l’agro-businnes alla sovranità alimentare e alla preservazione dell’ambiente e delle risorse idriche. Non mancheranno, in occasione delle proiezioni, degustazioni, incontri e laboratori di cucina.

Ma soprattutto il Festival inaugura quest’anno una nuova, prestigiosa collaborazione con il neonato Mudec – Museo delle Culture che ospiterà – presso il suo auditorium – la sezione Africa Classics: sei titoli che hanno segnato la storia del cinema africano restaurati dal World Cinema Project di Martin Scorsese.

Insomma la carne al fuoco è davvero tanta e la rassegna si preannuncia, anche quest’anno come da tradizione, ricca di stimoli e di sorprese per tutti gli appassionati di cinema pronti a confrontarsi con l’immaginario culturale di Africa, Asia e America. In una Milano in cui, mai come in questi giorni, tutti i continenti sembrano essersi dati appuntamento.

Francesca Radaelli

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