Il dialogo del cuore: Vasco Rossi

Chi ha avuto fortuna nella vita si ricorda di coloro (e sono tanti) che stanno peggio? I cosiddetti big sono grandi anche in beneficenza? Le stelle brillano in solidarietà? Le risposte in questo viaggio alla scoperta del senso della prossimità dei personaggi famosi guidato dal giornalista-scrittore Claudio Pollastri.

Da Cattivo Maestro a rocker dal cuore d’oro. Ma in silenzio. In fatto di beneficenza Vasco Rossi ha fatto un’inversione spericolata. Aveva rifiutato gli inviti a Pavarotti & Friends e al megaconcerto Italia Loves Emilia dopo il terremoto del 2010 perché “la beneficenza si fa aprendo il portafoglio senza pubblicità…” nel solco dell’insegnamento di Papa Francesco “la vera beneficenza si fa di nascosto“.

Dietro le parole provocatorie come le sue canzoni Blasco ha continuato ad andare al massimo verso il prossimo proteggendo il suo volontariato. Qualche notizia è comunque trapelata. Come la recentissima donazione del ricavato del brano inciso con Marracash La pioggia alla domenica a Save The Children per l’Ucraina “i bambini che soffrono per la guerra mi prendono il cuore…”.

Legato alla sua terra (è nato a Zocca sull’Appennino emiliano) ha donato uno scuolabus al piccolo comune di Finale Emilia colpito dal terremoto “perché i bambini possano continuare a studiare, a sperare e ad avere fiducia nel domani“.

il bus per i bambini di Finale Emilia

La beneficenza può arrivare anche da un’aula di tribunale “negazionisti squilibrati, vi querelo e do tutto in beneficenza… io la mascherina la metto anche sulle mani…”.

La profonda sensibilità nei confronti della pandemia ha convinto Vasco a collaborare con la Fondazione Sant’Ossola di Bologna per nuovi alloggi agli operatori che non tornavano a casa per non contagiare i familiari “un modo per ringraziare chi è in prima linea in questa guerra spaventosa…”.

Pronto a metterci la faccia e la firma per le cause in cui crede, Vasco ha donato una sua foto con autografo a un’asta a favore dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze “un bambino non dovrebbe mai piangere… ci penserà la vita a farlo…”.

Parola di chi ha visto in faccia la morte. Ma ha combattuto. Ed è ancora qua. Eh già.

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