di Fabrizio Annaro
Siamo proprio sicuri che sia ancora valido il detto: “niente nuove, buone nuove“?
Viviamo un’epoca in cui la comunicazione ha conosciuto fortissimi mutamenti e rivoluzioni continue. Esattamente quattro anni fa, il 28 ottobre 2013, siamo partiti con l’idea di dar vita ad un giornale online di buone notizie, dove la narrazione e la provocazione del bene fossero costantemente in prima pagina.
Abbiamo intercettato un’esigenza molto sentita dai lettori: quella di poter trovare notizie che sapessero valorizzare la bellezza che l’uomo riesce a trasferire nelle attività umane (culturali, spirituali, artistiche, sociali, di lavoro, politiche …) senza negare i problemi, le difficoltà, le contraddizioni.
In quattro anni di articoli, servizi, interviste, le nostre “penne” hanno cercato di proporre un giornalismo costruttivo, in grado di offrire notizie, dati, informazioni, spunti di riflessione capaci di parlare alle coscienze e di contribuire a migliorare le nostre relazioni, il nostro mondo.
Siamo colpiti e al tempo stesso stupiti dalla capacità e dalla creatività con cui gruppi di cittadini reagiscono a situazioni difficili e di disagio, spesso dolorose.
Abbiamo imparato che le iniziative di solidarietà, di volontariato, di impegno civico, di rispetto per l’ambiente e per la natura non sono eccezioni e tanto meno atti eroici compiuti da minoranze visionarie. Sono iniziative che scandiscono la vita quotidiana e che interessano milioni di persone, famiglie, cittadini.
Ci sono tanti giovani che non demordono e che mettono in campo i propri talenti sul versante dello studio, del lavoro e del volontariato. Dar vita ad una start-up innovativa, dedicarsi al volontariato, lavorare per mantenere gli studi universitari, scrivere un romanzo, “sbarcare il lunario” con la musica o con il teatro non sono eccezioni, ma la regola del mondo giovanile.
Il Dialogo di Monza desidera continuare nel contribuire a ridisegnare un immaginario collettivo più aderente alla nostra realtà. Abbiamo la speranza che buone prassi, belle iniziative, scelte politiche e provvedimenti economici e sociali utili ai cittadini, possano diffondersi ed essere emulati.
In questi quattro anni abbiamo pubblicato quasi 4000 articoli, abbiamo dato spazio ai vostri commenti, abbiamo scritto di cultura, diritti umani, scienza, arte, sociale, ambiente.
Siamo riusciti in un’impresa che appariva impossibile: dare spazio alla fragilità, consentire a tante persone di esprimere i loro pensieri e sentimenti, le loro opinioni, la loro ricchezza, a dimostrazione che l’intelligenza non può essere negata né limitata da alcuna disabilità fisica e psichica. Lo testimoniano gli articoli di Luigi Picheca, della redazione Scacco Matto e di quella di Inzago.
Vogliamo anche ricordare i numerosi progetti che la nostra Associazione “Amici de Il Dialogo” ha realizzato in questi quattro anni: dalle mostre fotografiche, al docufilm Tempo Libero (girato nel carcere di Monza) per arrivare a La Porta del Dialogo, opera artistica di Enzo Biffi esposta, lo scorso anno, in diversi ambiti di Monza e Brianza.
Il detto, “niente nuove, buone nuove”, un tempo considerato assioma indiscutibile delle regole del giornalismo, mostra le prime crepe e non riesce più ad esser convincente.
Il fatto che il Corriere della sera, il più importante quotidiano italiano, abbiamo deciso di proporre tutti i martedì un inserto di buone notizie conferma che i lettori sono stanchi di un giornalismo urlato, distruttivo, ansiogeno, emotivo, di mera denuncia, un giornalismo che diffonde paure e che manipola le coscienze.
I lettori desiderano un giornalismo che li rispetti, che offra notizie ed informazioni capaci di far crescere culturalmente le nostre comunità e di strumenti necessari affinché le persone – come auspicava don Lorenzo Milani – possano diventare cittadini sovrani.
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