Un grande classico della letteratura romanzesca, il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, approderà il prossimo weekend sul palcoscenico del Teatro Manzoni.
Dopo l’apertura con Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco, con Alessandro Preziosi, la Stagione della Grande Prosa del Teatro Manzoni di Monza prosegue nel week end del 29, 30 novembre e 1 dicembre con lo spettacolo interpretato da un altro attore del piccolo schermo riesce a dare tanto anche sul palcoscenico: Alessio Boni, qui anche regista.
Lo spettacolo ha debuttato nella primavera del 2019 ottenendo ottimi consensi di pubblico e critica. L’adattamento dal romanzo al testo teatrale è stato curato dal pluripremiato Francesco Niccolini (Premio della critica, premio Flaiano, premio Enriquez…) che ha al suo attivo collaborazioni e sodalizi artistici duraturi e importanti con Paolini, Arca Azzurra, Andrea Purgatori, Alessandro Benvenuti, Arnoldo Foà…
Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici.
La lucida follia permette di sospendere il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano, ma che solo ci rende umani.
Amleto, coevo di Don Chisciotte, si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire?
Don Chisciotte trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico, che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano e che, involontariamente, l’ha reso immortale.
È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in una rete di regole pre-determinate? Gli uomini che hanno osato svincolarsi da questa rete – con il sogno, la fantasia, l’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa, ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte.
(Alessio Boni)