di Marco Riboldi
Ma cos’è questa passionaccia che coglie gran parte delle persone all’apparire di 11 giovanotti in calzoncini all’inseguimento di un pallone? Da Edimburgo a Pantelleria, in queste ultime due settimane ci si è ritrovati nel comune interesse al gioco del calcio.
Da dove nasce tutta questa emozione? Sì, lo sappiamo tutti che lo sport può essere inquinato da mille interessi, che i “circenses” sono armi di distrazione di massa funzionali al potere, ecc.. però poi il fascino è quasi irresistibile. Come spiegarlo?
Non mi sento in grado di provarci.
Però mi sono ricordato di uno splendido articolo di Dino Buzzati (scrittore straordinario ingiustamente trascurato nella scuola, oltre che immenso giornalista).
L’occasione fu tragica: la scomparsa del “grande Torino” nell’incidente aereo che uccise tutti i calciatori di una squadra allora fortissima.
Scrisse Buzzati:
“Avrebbero avuto altrettanto dispiacere i bambini e gli animi semplici di tutta Italia se l’aereo fracassatosi a Superga fosse stato carico di scienziati illustri? No, sia detto sinceramente. E se fosse stato carico di famosi scrittori e poeti, la gente ne avrebbe sofferto altrettanto? Neanche in questo caso se vogliamo essere onesti (…)
Ecco che cosa sono i grandi calciatori, lo si è letto oggi sul volto di troppa gente perché ci si possa ostinare a non intendere. Nella mediocre vita delle grandi città essi portano ogni domenica un soffio di fantasia e di nuova vita; senza sangue né ira ridestano negli uomini stanchi qualcosa di eroico; proprio così, la parola non è troppo esagerata. (…). E perché allora non altri uomini insigni? Perché no i pittori, i musicisti, i sommi avvocati, i filosofi? Perché i campioni di calcio sono più belli, più semplici, più evidenti, più giovani e nelle ore felici, al centro delle arene, risultano un’incarnazione della favola.”
Ecco, altro non saprei dire: senza lasciarci ammaliare più del dovuto, è lecito continuare a vivere questa favola, questo “amare, soffrire sognare, per dimenticare le quotidiane miserie” (anche queste parole di Buzzati, citate non letteralmente).
N.B. scrivo queste righe giovedì 7 luglio: non so come finiranno i campionati europei di calcio.
Inoltre: se volete leggere il magistrale pezzo di Buzzati completo, cercate “L’ultima veglia di Torino” su un motore di ricerca. Ne vale pena.