Il futuro? Cooperare!


a cura di Paola Biffi e Francesca Radaelli

In piazza a cooperare. Succede a Monza e la piazza è di nuovo quella dell’Arengario, il cuore della città. Sabato 1° aprile si è tenuta la seconda edizione di “La cooperazione scende in piazza”, evento organizzato da Confcooperative Milano, Lodi, Monza e Brianza-Comitato di Monza e Brianza e FederCultura, Turismo e Sport Lombardia, con il patrocinio del Comune di Monza. Obiettivo: raccontare alla città che cos’è il mondo cooperativo brianzolo e in quali modalità opera sul territorio. Nel corso di un’intera giornata animata da eventi e workshop si è parlato di progetti realizzati, di passato e presente, ma soprattutto di futuro della cooperazione. ‘Il futuro è cooperare’ è stato il titolo della giornata. Un futuro che, comunque lo si immagini, non può che passare attraverso i giovani. E proprio gli studenti delle scuole monzesi sono stati i grandi protagonisti della mattinata, dedicata ai progetti di alternanza scuola-lavoro realizzati in collaborazione con il mondo cooperativo.

La Buona Alternanza

Uno più uno fa molto più di due. Soprattutto quando si parla di formazione. È questa una possibile sintesi della mattinata organizzata ai Musei Civici di Monza che ha visto confrontarsi rappresentanti del mondo della cooperazione, dell’artigianato, delle piccole e medie industrie, degli enti locali, delle istituzioni scolastiche sull’educazione cooperativa e sulle buone pratiche dell’alternanza scuola-lavoro.

“È importantissimo lavorare insieme perché il periodo trascorso in azienda dagli studenti non sia un semplice ‘parcheggio’ subito come un obbligo, ma un punto di partenza, un’occasione per accrescere il bagaglio individuale dei futuri cittadini”, ha sottolineato il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti nel saluto iniziale (in foto anche Fabrizio Pozzoli, a destra)

Oggi è un obbligo di legge per tutti ma in molte realtà del mondo cooperativo è una pratica cui si lavora da decenni e un valore su cui si continua a investire. Un’opportunità per avvicinare i giovani delle scuole al mondo cooperativo, ma anche a quello dell’artigianato e delle imprese pubbliche e private. Un’occasione di formazione professionale e crescita personale per gli studenti, che occorre però gestire nel modo migliore.

Il dibattito tra i partecipanti alla tavola rotonda, moderato da Fabrizio Pozzoli, presidente FederCultura Turismo e Sport Lombardia, ha preso spunto dal Decalogo della Buona Alternanza, messo a punto dalla cooperativa In-Presa di Carate Brianza, attiva da oltre dieci anni nell’organizzazione di progetti di alternanza.

Non un momento estemporaneo, ma un percorso organico e condiviso, predisposto in modo collaborativo da tutti gli attori coinvolti – la scuola, l’impresa, ma anche lo stesso studente – e che deve essere individualizzato, ossia plasmato sull’individualità del singolo studente: questo è il modello disegnato dalla Carta, presentata da Chiara Frigeni, referente per l’alternanza della cooperativa stessa.

Da sinistra: Stefano Valvason, Massimo Minelli, Valeria Malvicini, MIchele Varin. “E’ fondamentale per la cooperazione formare giovani al metodo cooperativo, che è utile anche alla scuola stessa”, sostiene Valeria Malvicini, presidente di La Bella Impresa. “I progetti di alternanza permettono di sviluppare competenze trasversali utilissime per la vita futura dei giovani”.

Sulle opportunità offerte dal mondo cooperativo in tutti i settori, dall’assistenza fino alla finanza e alle start up, si è soffermato Massimo Minelli, presidente Confcooperative Lombardia, invitando i giovani presenti tra il pubblico – 14 ragazzi in rappresentanza delle scuole di Monza – a interessarsi a questo mondo, capace di “mettere insieme idee e risorse in vista di un progetto comune, ma anche di proporre un metodo di lavoro valido nel confronto con altre realtà produttive e amministrative. La cooperativa è una grande palestra di democrazia e partecipazione”.

Ma la cooperazione – intesa come collaborazione – nell’alternanza scuola-lavoro riveste un ruolo decisivo anche all’interno delle piccole e medie imprese e di quelle artigianali.

Da sinistra: Giovanni Barzaghi, Stefano Valvason, Massimo Minelli.

“Per noi è fondamentale lavorare di concerto con gli istituti tecnici, perché abbiamo bisogno di formare nuove professionalità in grado di affrontare le sfide dei diversi settori artigianali, valorizzando da un lato la cultura del lavoro manuale alla base del made in Italy, dall’altro la capacità di padroneggiare tecnologie e strumenti in un mondo in rapidissima trasformazione”, ha evidenziato Giovanni Barzaghi, presidente di ConfArtigianato Milano, Monza e Brianza.

“Il tessuto produttivo italiano è fatto in gran parte di imprese di dimensioni piccole e medie, ciascuna grande poco più di una squadra di calcio”, ha puntualizzato sulla stessa lunghezza d’onda Stefano Valvason, direttore generale A.P.I. Associazione Piccole Medie Industrie. “In questo contesto proprio il gioco di squadra è fondamentale, occorre lavorare insieme, partecipare e mettersi in gioco per costruire qualcosa di più grande. Io lo chiamo ‘spirito imprenditoriale’ e il primo contatto con il mondo del lavoro è un’ottima opportunità per trasmetterlo  ai ragazzi”.

“Gli studenti possono portare un contributo importante in termini di innovazione e proposte, occorre valorizzarlo e investire nello sviluppo di progetti condivisi e nella formazione del tutor, che rappresenta una figura strategica nei percorsi di alternanza”, evidenzia Michele Varin, referente del Comune di Monza per i progetti di alternanza scuola – lavoro (nella foto con Valeria Malvicini).

Prende la parola anche Guido Garlati, preside dell’Istituto Mosè Bianchi, che sottolinea l’importanza che “l’impresa cooperativa si metta a fare scuola”, pur nelle diverse specificità e contesti e che gli stessi studenti svolgano un ruolo attivo nei progetti di alternanza diventando davvero “imprenditori di se stessi”: “Stiamo predisponendo sul territorio un percorso di formazione per i docenti chiamati a svolgere la funzione di tutor, proprio per valorizzare al meglio le opportunità offerte dall’alternanza scuola-lavoro”.

Conclude la mattinata l’intervento di Elisa Rota, consigliere nazionale di Federcultura, impegnata al tavolo nazionale Confcooperative dedicato all’educazione cooperativa e alternanza scuola-lavoro, che ha parlato del lavoro in corso sul kit alternanza scuola-lavoro. Con un obiettivo: focalizzare gli obiettivi primari della nuova normativa, primo fra tutti lo sviluppo di quelle soft skills indispensabili in contesto lavorativo e che spesso la scuola non ha gli strumenti per trasmettere agli studenti.

Pensa cooperativo

La mattina di sabato 1 aprile la Piazza dell’Arengario di Monza sembra il giardino di una scuola all’intervallo: gruppi di ragazzi si scambiano battute e discutono sotto il sole primaverile, l’Arengario si anima di parole fresche come i volti dei giovani: futuro, cooperazione, opportunità. È l’evento promosso dagli stessi organizzatori per festeggiare un altro anno passato all’insegna della collaborazione e della promozione di progetti innovativi, come, appunto, quello che ha coinvolto alcune classi degli istituti Einstein di Vimercate, Hensemberger e Mosè Bianchi di Monza.


Pensa Cooperativo” è infatti un’iniziativa che ha lo scopo di introdurre i ragazzi, dalla terza alla quinta superiore, in un percorso di scoperta e messa in pratica del lavoro d’impresa e cooperativo, che gli alunni hanno presentato proprio nella mattinata di sabato.

I ragazzi delle terze hanno partecipato a quattro incontri, seguiti dalle operatrici, nei quali hanno imparato a conoscere sé stessi attraverso le proprie competenze e a mettersi in gioco in un gruppo per creare un progetto attraverso schede da compilare e giochi di ruolo per scoprire il lavoro in team, il ruolo del leader. Come racconta Luca, studente dell’istituto Hensemberger, “abbiamo lavorato sui concetti di sapere, saper fare e saper essere, mettendo sul campo le nostre esperienze personali: per esempio io nell’ambito del “saper fare” ho detto la scherma, uno sport che mi ha insegnato come in una squadra, e quindi in un gruppo di lavoro, sia necessario il rispetto reciproco”.

Le classi quinte hanno invece concluso un percorso iniziato in terza, per cui quest’anno hanno presentato un’idea d’impresa cooperativa, progettata con minuzia di dettagli, dimostrando agli adulti presenti quanto la creatività giovanile non sia affatto scadente.

Andrea e Luca, dell’Hensemberger, hanno presentato “LupApp”, un’applicazione a scopo educativo, pensata per una fascia d’età dai 13 ai 18 anni, che consiste nella condivisione, trasmissione e continuo aggiornamento di informazioni e corsi formativi, inseriti dagli studenti e dagli insegnanti. Daniele e Mattia, portavoce di un’altra quinta dell’istituto monzese, hanno esposto l’idea di uno street food con postazioni fisse, che viaggia cioè su percorso stabilito e consultabile da un’applicazione, “Pitstop”. Una quinta del Mosè Bianchi, ci raccontano Elena e Fabio, ha invece pensato a un’etichetta discografica indipendente associata a una linea di moda, considerando anche la necessità di “trovare un’identità” in adolescenza, che potrebbe favorire il successo di un’impresa che promuove abbigliamento e musica.

Tutte le esperienze sono state raccontate dai ragazzi con molto entusiasmo: sono progetti studiati nei piccoli dettagli, che riescono a collegare creatività e consapevolezza pratica, di modo tale da rendere non solo pensabili ma anche concretamente realizzabili le proposte. Tutti gli studenti hanno infatti dato molta importanza anche al metodo di diffusione dell’applicazione o dell’impresa, al destinatario del servizio, al modo con cui trovare e produrre risorse efficaci, dimostrando come il progetto di “Pensa Cooperativo” è effettivamente funzionale per introdurre i giovani nella fitta giungla del lavoro che li aspetta.

Durante gli interventi gli alunni hanno potuto anche fare alcune domande al presidente di Confcooperative Massimo Minelli, al responsabile del Comitato Monza e Brianza Marco Meregalli e a Fabrizio Pozzoli, presidente di FederCultura: i ragazzi si sono mostrati interessati a capire la realtà effettiva delle cooperative, il senso di un lavoro arricchente perché improntato sul sociale, il valore del cooperare per portare avanti un’idea.
In conclusione, tutte le classi hanno ricevuto un premio, consegnato dall’assessore all’istruzione Rosario Montalbano e il vice-prefetto Laura Motolese, a valore di una volontà d’impegno anche da parte delle istituzioni.
“La bellezza del creare insieme è il primo passo per trasformare un’idea in futuro”.

Storie di ordinaria cooperazione

Nel pomeriggio la cooperazione è stata nuovamente protagonista nella centralissima piazza Roma, presso l’Arengario, che ha ospitato workshop e interviste no stop ai protagonisti del mondo cooperativo nei diversi settori, moderate da Valeria Pinoia de Il Cittadino di Monza e Brianza.

Dopo l’intervento in apertura di Marco Fumagalli della Cooperativa La Meridiana, che ha parlato dell’innovativo progetto del Paese ritrovato, dedicato ai malati di Alzheimer, che sorgerà a Monza per la prima volta in Italia, si è parlato tanto di cooperazione e futuro.

Marco Meregalli, Confcooperative Monza MB (a destra) con Giancarlo Brunato (a sinistra).

Marco Meregalli ha quindi presentato alcuni dati della Cooperazione in Brianza: “Ci sono 850 cooperative attive iscritte alla Camera di Commercio, di cui 157 iscritte a Confcooperative e 60 iscritte a LegaCoop. Le cooperative di Confcooperative spaziano nei settori dell’edilizia, del consumo, del lavoro, del sociale, del credito, del turismo, con 30.000 soci, 4200 lavoratori ed un valore della produzione annuale di 200 milioni di euro, insomma-sottolinea- come una grande azienda multiattività”.

“Molte cooperative sociali si trovano a operare in una situazione radicalmente cambiata”, ha detto Giancarlo Brunato del Consorzio CS&L. “Per guardare al futuro occorre lavorare con il mercato privato, investire sull’autoimprenditorialità, uscire dalla logica dell’appalto nella collaborazione con gli enti pubblici, individuare e promuovere servizi innovativi e in crescita, come per esempio l’agricoltura sociale”.

Da sinistra: Giancarlo Brunato, Roberto D’Alessio, Luigi Losa.

“Le cooperative sono un punto di forza storico del territorio brianzolo”,  ha sottolineato Luigi Losa, Fondazione della Comunità di Monza e Brianza. “Un territorio che tra fine ‘800 e inizio ‘900 ha cambiato pelle anche grazie all’affermarsi di modelli positivi di cooperazione,

come le banche di credito cooperativo. Oggi le cooperative sono senza dubbio il modello più valido nel settore sociale, in grado di offrire una professionalità che altri modelli, come quello del volontariato puro, non sono in grado di apportare”.

“Sul nostro territorio le cooperative sono meno del 3% delle imprese iscritte alla Camera di Commercio e rappresentano il 6% del fatturato”, ha precisato Roberto D’Alessio, Consorzio Comunità Brianza. “Possiamo rappresentare un movimento di sviluppo positivo a patto di seguire precise direttrici. Il legame con le nostre radici, innanzitutto, che non sono una questione del passato ma sono determinanti per la crescita futura: in primo luogo la vocazione al bene comune e alle ricadute sociali sul territorio della nostra azione. E poi l’apertura a nuovi mercati, così come lo sguardo a nuove partnership con gli enti locali per progetti di sviluppo e la nuova sinergia con le imprese”.

Silvano Camagni (a destra), BCC Valle del Lambro, ha messo in luce le criticità connesse alla riforma in corso delle banche di credito cooperativo, “che rischiano di perdere la vocazione mutualistica per assoggettarsi alla logica delle spa votate al profitto”. Maurizio Lazzarotto (a sinistra), ha illustrato invece il progetto inedito di Banca Prossima, una società per azioni a vocazione no profit “pronta a supportare i progetti di business che dimostrano di essere davvero sentiti dalla comunità”.

La parola è poi passata ai protagonisti (vedi gallery sotto), ossia i rappresentanti di quelle realtà cooperative che operano nei più diversi settori sociali ed economici del mondo brianzolo, anche quelli più ‘insospettabili’. Si è parlato ad esempio dei legami possibili tra finanza e cooperazione ma anche di cooperazione nel settore dell’edilizia e dei condomini.


Le sfide sociali, dalla disabilità alla salute mentale sino al reinserimento lavorativo, da sempre campi primari di intervento della cooperazione, sono state raccontate attraverso le diverse esperienze di Cooperativa Lambro, Cooperativa Novo Millennio, Cooperativa Il Ponte di Albiate, L’Iride, Sociosfera, e non è mancato uno sguardo alle nuove frontiere cooperative rappresentate da cultura e turismo, con Cooperativa Betania e  Cooperativa Meta. Infine alla domanda se ci sia futuro per i giovani nelle cooperative hanno risposto le iniziative di Cooperativa POP e Spaziogiovani.

Buona parte degli intervenuti ha sottolineato anche l’importanza della presenza dei soci volontari e del collegamento con le associazioni di volontariato del territorio.

L’intervento di Alessandro Ronchi, storico punto di riferimento per la cooperazione in Regione Lombardia, conclude un pomeriggio denso di stimoli, di idee e di racconti di esperienze. In cui all’ombra dell’Arengario, si è delineato un mosaico in divenire sospeso tra passato e futuro. Quello del frastagliato mondo cooperativo, radicato nel territorio brianzolo, presente in tutti i settori del tessuto produttivo e sociale e attraversato da molteplici trasformazioni. E le cui prospettive passano proprio attraverso la capacità di collaborare e co-progettare il futuro.


E mentre i cooperatori venivano intervistati, a fianco del palco, vi erano tre laboratori dedicati ai bambini e famiglie: “Pensa Cooperativo” e “Ritratto Cooperativo” con l’aiuto delle educatrici delle cooperative La Fucina e Betania , e il laboratorio “La dolce Cooperazione” dove gli operatori della Cooperativa Laser si sono cimentati nella preparazione di dolci con i bambini, offrendo gratuitamente dolci e bevande.

Per un giorno l’Arengario di Monza si è trasformato in una “Casa della Cooperazione” dove esperienze, animazione e dolcezze si sono fuse in un’unica anima con la città.


Al termine il coordinatore Meregalli ha ringraziato il Comune di Monza per il patrocinio, il Comitato Confcooperative di Monza e Brianza, FederCultura, Turismo e Sport Lombardia, tutti i partecipanti alla mattinata ed ai workshop pomeridiani, tutti gli organizzatori ed operatori, richiamando i termini che sono stati più utilizzati nella giornata: co-progettare, lavorare in rete, coordinarsi, collaborazione tra settori di attività, tra di loro, con gli enti pubblici, le aziende.  In una parola: cooperare.

Nella gallery qui sotto, i volti e le parole di alcuni dei protagonisti dei workshop del pomeriggio:

 

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