Il giubileo è anche nostro

vaticano-romaNon pensavo di commuovermi tanto seguendo in tv la diretta da piazza San Pietro che celebrava il Giubileo di noialtri, malati e disabili, che di solito restiamo ai margini degli avvenimenti.  Mi piacerebbe avere un briciolo del carisma di Papa Francesco per raccontare attraverso le sole parole il turbine di emozioni che percepivo attraverso la schermo e attraverso le testimonianze che apparivano a me tanto chiare.

Quando si parla di malattie e di disabilità bastano gli occhi per vedere oltre e bastano le orecchie per sentire quello che molti non saranno mai capaci di sentire.  Non mi piace scivolare nella retorica per parlare di ciò che sperimento ormai da oltre dieci anni e non mi fermo sulle apparenze.

Come ha ben detto il Santo Padre, è una questione di sensibilità e di valori cristiani e sociali, non si possono buttare dalla rupe, come si faceva a Sparta, coloro che nascono imperfetti o che lo diventano nel corso della vita e che finiscono con lo scontrarsi con i dogmi della bellezza che oggi dominano il nostro tempo e i nostri stili di vita.

Mi rendo conto però che le nostre abitudini ci portano verso questi culti che si sono affermati nei secoli della nostra storia e della nostra cultura artistica e cinematografica che non fanno che rappresentare il bello. Il cambiamento vero è quello che deve partire da dentro di noi, con la condivisione dei valori che ci differenziano a volte dagli animali e che ci rendono capaci di esprimere anche cose splendide.

Gesù sulla croce ha pensato agli altri sofferenti e alla salvezza delle nostre anime, un eccelso esempio di umanità che si trasfonde in Santità come qualcuno è stato capace di fare. Il mondo degli umani non sarà mai perfetto fino a quando gli esseri umani non saranno capaci di accettare le diversità insite nel loro genere e nel rispettare il pianeta che ci ospita.

Non serve essere credenti o atei per accorgersi che spesso si violano le leggi del buon senso e della buona convivenza, ci resta solo e unicamente di trovare l’istinto di dare amore ai nostri simili con maggior vigore e sensibilità e di salvaguardare la nostra Terra con più impegno e rispetto.

Luigi Picheca

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