Il microbiota umano

Skin_Microbiome20169-300di Roberto Dominici

Il microbiota umano è l’insieme di microorganismi simbiontici che si trovano nel tubo digerente dell’uomo. Gli organismi simbionti sono organismi che vivono (letteralmente) insieme: la parola simbiosi, infatti, deriva dal greco sýn-bíōsis, che significa “vita insieme/convivenza”. Tale relazione può essere vantaggiosa per una sola parte o per entrambe, arrecare danno ad un organismo o risultare innocua per entrambi. Un esempio molto noto è rappresentato dai microorganismi della flora batterica intestinale che, vivendo nell’intestino dell’uomo, possono sopravvivere assicurando (come ringraziamento) l’equilibrio intestinale dell’ospite.

Il termine di flora intestinale non è del tutto corretto in quanto si tratta prevalentemente di batteri mentre il termine flora evoca piuttosto il regno vegetale nel quale, nei tempi passati, erano classificati i batteri; aggiungo che esiste non solo un  microbiota intestinale, ma egualmente anche gastrico, e di altri distretti corporei (bocca, gola, etc..); anche il termine umano è preferibile a intestinale per descrivere più fedelmente la natura simbiotica del microbiota che rappresenta un buon esempio di mutualismo: cooperazione tra differenti tipologie di organismi che apporta un vantaggio ad ognuna.

microbiota umanoNegli esseri umani si trovano tra le 500 e 1000 specie differenti di microorganismi, i più numerosi dei quali sono batteri, ma anche in misura inferiore miceti e virus. Tra i batteri la maggioranza è anaerobia, più o meno stretta o facoltativa (molti sopravvivono in assenza di ossigeno e alcuni ne tollerano la presenza). Il batterio intestinale più conosciuto nell’uomo è l’Escherichia coli. Il microbiota umano si sviluppa nel corso dei primi giorni di vita e sopravvive, salvo in caso di malattie, sorprendentemente a lungo.

Ogni individuo possiede il suo proprio microbiota, ed i ricercatori dell’Istituto nazionale di ricerca agronomica (INRA) hanno evidenziato l’esistenza di un piccolo numero di specie condivise da tutti che costituirebbero il nucleo filogenetico del microbiota intestinale umano. Il numero di geni totale del microbiota è stimato essere 100 volte il numero di geni del genoma umano. Un’importante funzione del microbiota umano è la disgregazione delle sostanze che il nostro sistema non è in grado di smantellare, come le cartilagini e le molecole di cellulosa. Un’altra funzione importante è la sintesi di sostanze indispensabili, ad esempio la vitamina K, che svolge un ruolo essenziale nella coagulazione del sangue. In rari casi, può capitare che il microbiota intestinale del neonato non sia ancora in grado di produrre la vitamina K e quindi, in via precauzionale, ogni neonato ne riceve un’iniezione intramuscolare.

Skin_Microbiome20169-300Alla nascita il tratto digerente dei neonati è completamente sterile e viene colonizzato immediatamente, a partire dal parto, dai microorganismi con cui viene in contatto provenienti dal tratto riproduttivo e fecale della madre; successivamente i batteri provengono dall’allattamento, dall’ambiente, ed infine dai cibi che nel tempo ingerirà. I tratti digerenti di neonati partoriti con cesareo vengono colonizzati inizialmente da batteri presenti nell’ambiente, non venendo in contatto con quelli della madre, e similmente i neonati non allattati naturalmente saranno maggiormente colonizzati da batteri ambientali piuttosto che di derivazione umana.

La differenza principale tra questi iter è che la stabilizzazione (100 miliardi di batteri per grammo di feci) del microbiota dei neonati naturali avviene dopo un mese e viene composto maggiormente da Bifidobacteria, mentre nelle altre circostanze non si stabilizza per almeno 6 mesi e viene composto prevalentemente da Enterobacteriaceae ed Enterococci.

Alcuni ricercatori affermano che questo microbiota dovrebbe essere considerato come un organo vero e proprio: “Il microbiota può essere considerato come un organo metabolico squisitamente convertito alla nostra fisiologia che svolge funzioni che non siamo in grado di svolgere altrimenti. Tali funzioni includono la capacità di assimilare componenti altrimenti indigeribili della nostra dieta, come i polisaccaridi vegetali”.

 

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