di Francesca Radaelli
Una vera e propria rivoluzione, che spalanca la strada all’avvento del mercato di massa dei Pc. Annunciato nel mese di agosto, il 1° settembre 1981 diventa ufficialmente disponibile il primo personal computer prodotto da IBM. La più grande azienda informatica dell’epoca si lancia in un business che era ancora piuttosto ‘di nicchia’, in gran parte presidiato dai guru di Apple. Preoccupata forse proprio dal successo dell’Apple II, il primo personal computer a tutti gli effetti lanciato nel 1977 dalla Mela Morsicata, International Business Machine decide di scendere in campo e immette sul mercato un dispositivo che rappresenta il capostipite dei computer oggi utilizzati tutti i giorni da miliardi di persone.
Si chiama 5150 e monta il sistema operativo MS Dos, ottenuto in licenza d’uso dalla Microsoft di Bill Gates. Se i dispositivi Apple si presentavano come ‘made in Cupertino’, ossia sviluppati in ogni loro parte dagli ingegneri della Mela, IBM decide invece di affidarsi a fornitori terzi non solo per il software, anticipando il successo di Windows, ma anche per le componenti elettroniche, a partire dal processore che viene realizzato da Intel, rendendo in questo modo più rapido lo sviluppo del prodotto (per il 5150 ci vollero solo 12 mesi) e adottando un modello di produzione basato sulle partnership destinato ad avere fortuna anche in futuro su questo mercato.
All’inizio degli anni Ottanta il personal computer non è una novità assoluta, prima del 5150 di IBM già sono stati presentati tanto il citato Apple II quanto i modelli prodotti da Atari e Commodore. Ma a fare breccia nel cuore dei consumatori è un altro concetto, quello di un dispositivo funzionale, non tanto un ‘gioiellino tecnologico’ da esibire, ma piuttosto uno strumento efficace con cui lavorare, pur con ancora molti difetti. L’unità centrale, che ospitava i due slot per i floppy disk (oggetti semi sconosciuti ai nuovi ‘nativi digitali’), non era certo ispirata da un design raffinato, la capacità di elaborazione era piuttosto ridotta e per gestire grandi quantità di dati occorreva acquistare hard disk esterni. Il prezzo di listino ammontava a 1.565 dollari, e non erano pochi. Il progetto iniziale prevedeva la vendita di 250mila Pc.
E ben 200mila sono i pezzi venduti nel giro di 12 mesi. In tre anni vengono superati i 3 milioni di unità vendute. Parallelamente, si assiste alla proliferazione dei cloni della serie 5150. Insomma, i personal computer entrava nella vita quotidiana di milioni di persone in tutto il mondo.
A distanza di oltre trent’anni, i computer IBM non esistono più (nel 2005 la società ha ceduto alla cinese Lenovo la divisione Pc) e il computer tradizionale cede ormai il passo a notebook e tablet portatili. Ma a ad aprire la strada all’affermarsi di device tanto ‘personali’ da essere portati sempre con sé è proprio quel 5150 che debuttò 34 anni fa. Il primo personal computer ‘alla portata’ di tutti.
Francesca Radaelli