“Il gioiello d’arte è il risultato di molteplici fattori, che in armonia tra loro vivono in gioielli unici creati da mani sapienti; mani che conoscono tecniche e segreti tramandati a noi dalle antiche civiltà.” E’ con queste parole che Antonio Migliozzi, orafo d’arte, si presenta.
La sua passione per il gioiello nasce negli anni ‘80 per la scelta casuale di una bottega orafa che necessitava di un garzone.
Antonio rimane a Milano per 15 anni lavorando in botteghe di prestigiosi artigiani gioiellieri e acquisisce competenze e bravura tali da creare collezioni di gioielli particolari e di grande qualità per negozi e atelier.
All’inizio del II millennio, decide di dare ancora più valore alla sua arte aprendo una bottega orafa a Trezzo sull’Adda.
Spronato dalla moglie, curiosa di scoprire la storia della cittadina in cui si sono trasferiti, Antonio si appassiona al periodo storico in cui i Longobardi lasciarono il segno a Trezzo: un tesoro ritrovato proprio in una necropoli ed esposto al Museo Archeologico di Milano.
Inizia a studiare a fondo la storia del personaggio più famoso della cittadina: Jacopo da Trezzo, che lavorò nella Corte di Filippo II di Spagna realizzando il “Tabernacolo dell’Escorial” e i disegni dei vari reperti archeologici.
E’ proprio dallo studio sui longobardi che comincia a riprodurre fedelmente alcune decorazioni, prese per esempio da una spada, sui suoi gioielli, quali anelli, fascioni, orecchini, fibbie e croci, rendendoli più moderni e accessibili; reinterpreta così in chiave moderna le tracce del passato.
Diventa un vero conoscitore e dà vita a un importante progetto: riprodurre gli anelli sigillari Longobardi. Progetto molto ambizioso perché per fare ciò ha a disposizione solo fotografie e impronte lasciate dagli anelli originali.
Tre di questi suoi anelli, lavorati in oro 18 Kt, sono esposti permanentemente al MUST di Vimercate.
Antonio, realizza anche gioielli partendo da una richiesta personale, elaborando prima un bozzetto grafico molto dettagliato.
Produce inoltre una linea di gioielli in stile liberty con fate, libellule e foglie del gingko, colorate con la tecnica degli smalti a fuoco. Anche i dinosauri sono un soggetto per un’altra collezione: teste di allosauro e t-rex diventano ciondoli raffinati.
Diverse sono le tecniche che utilizza per la lavorazione dei suoi gioielli. Si passa dalla laminazione della barretta, dove il metallo viene scaldato, piegato e saldato e infine decorato; alla fusione a “cera persa”, dove la cera, una volta riscaldata, cola e lascia il posto al metallo; infine alla decorazione con la tecnica degli smalti a fuoco.
Numerosi sono i riconoscimenti avuti in trent’anni di carriera, e alcuni dei suoi obiettivi sono quelli di poter insegnare le tecniche di oreficeria a giovani volenterosi ed appassionati e costruire piccoli e ingegnosi attrezzi per rendere il lavoro artigianale più agevole.
Il suo sogno nel cassetto è quello di inventare un film storico partendo dai personaggi riprodotti sugli anelli sigillari.
Testo e fotografie di Giovanna Monguzzi e Stefania Sangalli