Ancora una volta il Mezzogiorno della nostra Penisola si offre a una critica nazionale per certe abitudini che pare non voglia abbandonare. In alcune regioni del Sud infatti sembrano reggere i vecchi Reami, non quelli incantevoli delle favole che di solito riservano un bel finale, ma quelli più deleteri che incatenano ancora parte dell’Italia a una arretratezza culturale e sociale che si trascina da quando si è concretizzata l’idea dell’Unità d’Italia.
La famosa Questione Meridionale per cui si sono battuti inutilmente tanti personaggi dallo spirito puro e autenticamente liberale che hanno bagnato col loro sangue quelle terre aride e idrorepellenti che li hanno visti nascere e morire nella quasi totale indifferenza ponendo il Sud Italia nelle retrovie del presente e cancellandone il futuro.
In questo preciso momento, in cui la popolazione viene chiamata ad esprimere il voto per una scelta politica, assistere una volta ancora all’inchino verso una letale famiglia mafiosa, lasciatemelo dire, riaccende in molti cuori quello spirito di secessione spesso sventolata dai leghisti e da altri gruppi politici estremisti.
Se i popoli di quelle regioni del Sud non si decideranno presto, coi fatti, ad affrancarsi da questo loro compiacente comportamento, anche il resto della Penisola dovrà sopportare il pesante fardello che loro c’impongono, costringendo l’intera nazione a un destino duro in questa nuova realtà che si chiama Globalizzazione.
Dai seggi elettorali è scaturito un nuovo vento, un vento che spinge parte della nazione verso scelte diverse dimostrando che i cittadini italiani mostrano di avere il coraggio di compiere delle scelte per un futuro più luminoso in barba a chi sceglie di rimanere ancorato al Medioevo o alla rinuncia del loro diritto a esprimere una scelta ma gli altri, quelli che cercano un futuro migliore, sembrano determinati a inseguire il sogno che li fa sentire parte e partecipi di una nuova coscienza verace italiana.
Luigi Picheca