e le illusioni del capitalismo – Editore Feltrinelli, 2010
Come scrisse Oscar Wilde oltre un secolo fa: “Oggigiorno la gente sa il prezzo di tutto, ma non conosce il valore di niente”.
Ma chi stabilisce il valore delle cose? Risposta: il mercato. E in una società dove, lo scambio di beni e servizi è regolato dalla logica del profitto, il prezzo che noi paghiamo per qualsiasi cosa, è sistematicamente distorto. Il mercato non riesce a determinare in modo equo il valore del lavoro, del cibo, delle persone, tutto viene misurato con il prezzo.
Forse in pochi sanno che, ogni volta che compriamo una banana, il 45% di ciò che paghiamo va al rivenditore, il 18% all’importatore, il 19% è destinato ai costi di trasporto, il 15% alla compagnia che controlla la piantagione. Al contadino, quello che ha piantato, lavorato, zappato, resta una miseria: il 3%. C’è qualcosa che non va, in un modello così iniquo di distribuzione che, naturalmente, non riguarda solo i beni alimentari.
Classe 1972, Raj Patel, economista, accademico, giornalista e studioso inglese, riconosciuto oltre che per il suo attivismo, come il più autorevole rappresentante della filosofia della condivisione, ci accompagna in una riflessione che parte dal processo di trasformazione di un bene (che non è solo economico, ma anche culturale) e arriva ad un’analisi sulle conseguenze e i danni ambientali legati a quella produzione.
L’hamburger che sta nel nostro piatto, non costa affatto i pochi euro che paghiamo, ma ha un prezzo di inquinamento per l’allevamento di bovini, per il disboscamento delle zone destinate al pascolo, per l’uso spropositato di acqua che serve a produrlo. In questo libro l’autore riflette sulla questione alimentare globale, sostenendo l’ urgenza di ridefinire gli obiettivi, verso soluzioni più sensibili all’ambiente e nel rispetto della democrazia e dell’autonomia delle popolazioni. In conclusione, Patel ci invita a riconsiderare il nostro stile di vita e di consumo.