di Daniela Zanuso
“Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce…” Inizia così “Il vecchio e il mare”, l’ultima grande opera narrativa pubblicata in vita di Ernest Hemingway. Il romanzo fu scritto nel 1951, premiato nel 1953 col Premio Pulitzer e nel 1954 con il Premio Nobel per la Letteratura.
E’ una lettura breve ma intensa e qualcuno potrebbe avere il desiderio di infilare questo capolavoro nella valigia delle vacanze.
La storia è semplice ma ricca di simbologie. Racconta di Santiago, un vecchio pescatore cubano sfortunato e del suo giovane apprendista Manolin. Il vecchio da mesi non pesca più nulla e un giorno decide di uscire da solo in mare. Manolin, costretto dai genitori, lo ha lasciato per seguire altri pescatori più in gamba del vecchio. Santiago è solo nell’oceano e dopo una lotta furiosa che dura tre giorni e tre notti, cattura un marlin enorme che a fatica riesce a legare sul fianco della sua barca. Ma la lotta ha procurato ferite al pescespada e la scia di sangue attira gli squali che lentamente divorano le sue carni. Quello che rimane è una lisca, che è l’ombra di quello che avrebbe dovuto essere. E’ solo una carcassa, ma è il risultato e la dimostrazione del coraggio e dell’orgoglio del vecchio pescatore.
Il vecchio e il mare è una storia ricca di magia e di poesia: si sente l’amore per la vita, ma anche la solitudine e il senso di abbandono. E’ un racconto dove le forze della natura e la tenacia dell’uomo sono messi a confronto. E dove, in fondo, l’uomo non vince. Alla fine è la fatica che importa e che rimane motivo di orgoglio e di riscatto.
Quel vecchio è ognuno di noi, che combatte le sue battaglie, che si spinge fino ed oltre i propri limiti. Leggendo il libro si percepisce quasi l’odore e il sapore della fatica e dello sconforto, che non è mai rassegnazione, ma è fiducia ultima nella vita. Il romanzo può diventare anche una riflessione sulla vecchiaia, intesa non tanto come età anagrafica, ma come condizione di uno spirito che sente il peso della fatica e la necessità di una giusta soluzione finale. E di una lotta faticosa e necessaria, come è la vita.
Un libro da leggere o rileggere anche per il solo piacere di una scrittura intensa e coinvolgente.