da giannellachannel.info
Mentre al Louvre di Abu Dhabi si discute e si rimanda l’esposizione dedicata al Salvator Mundi, l’ormai celebre opera attribuita a Leonardo da Vinci, il Victoria & Albert Museum di Londra digitalizza parte dei taccuini realizzati dal maestro e lasciati in eredità al museo dal critico letterario John Forster (Newcastle upon Tyne, 1812 – Londra, 1876).
La storia
Correva l’anno 1876 quando il britannico John Forster decideva di lasciare in eredità al museo una preziosa biblioteca. Numerosi i pezzi unici che appartenevano al letterato: tra questi c’erano i taccuini di Leonardo da Vinci conosciuti da tutti oggi con il nome di Codex Forster. Esistono tre diversi volumi che raccolgono i pensieri e i progetti dell’artista scritti e disegnati tra il 1480 fino al 1505 negli anni milanesi alla corte del Duca Ludovico Sforza. Le pagine presentano progetti di ingegneria idraulica con disegni di strumenti per scavare canali e studi di geometria dei solidi. La particolarità di questi manoscritti: venivano compilati non da sinistra verso destra, ma al contrario. Si dice che l’artista avesse paura che qualcuno potesse comprendere le sue annotazioni: questa scrittura è passata alla storia come “speculare”.
La pubblicazione online
La decisione di digitalizzare il primo volume dei taccuini non è stata presa a caso dal Museo che spera in questo modo di preservarne le pagine dall’usura e di rendere inoltre il prezioso documento accessibile a tutti gli studiosi e agli appassionati che non possono recarsi a consultarlo in loco. “Abbiamo in programma di rendere anche gli altri due volumi accessibili online nel 2019 per celebrare il 500esimo anniversario dalla morte di Leonardo”, racconta Catherine Yvard, curatrice presso la V&A National Art Library. “I taccuini ci ricordano che era tanto un ingegnere quanto artista. Quando scrisse nei primi anni del 1480 a Ludovico Sforza, l’allora Duca di Milano per offrirgli i propri servigi si presentò come ingegnere militare, menzionando solo brevemente le proprie capacità artistiche”. La curatrice poi affronta il discorso legato alla conservazione: “Se vogliamo che i taccuini sopravvivano altri cinque secoli e più, dobbiamo assicurarci di non sottoporli a troppe manipolazioni, rendendone i contenuti accessibili in diversi modi senza che vengano danneggiati”.
La tecnologia
La tecnologia utilizzata per pubblicare online i contenuti dei taccuini è estremamente innovativa. Si chiama IIIF, acronimo di International Image Interoperability Framework e permette di “presentare il codice in un modo nuovo. Il team digitale V&A ha lavorato molto negli ultimi 18 mesi utilizzando IIIF. Grazie alla funzionalità zoom che permette di vedere ogni singolo dettaglio”, racconta Kati Price, responsabile dei media e dell’editoria digitale di V&A. “Inoltre tutti i ricercatori possono confrontare le pagine dei taccuini con altri documenti a patto che sia stata utilizzata la stessa tecnologia”.
Online le collezioni
In numerose occasioni le grandi Istituzioni hanno deciso di rendere disponibile online parte della propria collezione. Un discorso analogo viene riservato anche ai grandi cataloghi ragionati di molti artisti messi a disposizione di tutti sul web oppure consultabili a fronte del pagamento di un piccolo abbonamento annuale. Ad esempio sono stati lanciati i cataloghi ragionati online di Edgar Degas, Salvador Dalí e Sol Lewitt.