di Daniela Zanuso
Fino al 29 settembre le prestigiose sale neoclassiche della Villa Reale a Monza, ospiteranno la mostra “Toulouse Lautrec. La ville lumière”.
Parigi, fine Ottocento: la vita bohémienne, gli artisti di Montmartre, il Moulin Rouge, i teatri, le riviste umoristiche, le prostitute. É questo l’accattivante mondo di Toulouse-Lautrec, genio che divenne noto soprattutto per i suoi manifesti pubblicitari e i ritratti di personaggi che hanno segnato un’epoca.
Si tratta di centocinquanta opere provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene e che celebrano la versatilità formale di uno dei più grandi artisti della Belle Époque. Attraverso di disegni a matita e a penna, i manifesti pubblicitari, le litografie, le illustrazioni per giornali, le vignette satiriche e con contributi video, musicali e fotografici, avremo la possibilità di ripercorrere la vita di questo sfortunato artista. Condannato da una malattia genetica che lo colpisce alle gambe ad una deformità che lo rende affetto da nanismo, Touluose-Lautec sarà inevitabilmente un uomo che vivrà in una profonda solitudine.
Henri de Toulouse, visconte di Lautrec, barone di Montfa, barone di Labruguière, barone di Ferrats, barone di Puy-Saint-Pierre, barone di Castayrac, signore della Roquette è stato l’ultima fronda di un albero genealogico che affonda nel Medioevo cavalleresco.
Cresciuto in un castello con un padre appassionato di cavalli e di caccia col falcone e una madre anch’essa nobile e probabilmente più attenta e sensibile nei confronti di questo figlio sfortunato, Henri pareva destinato a una vita aristocratica. Una forma di nanismo, aggravata da rovinose fratture alle gambe, indirizza invece l’esistenza di Toulouse-Lautrec verso una prospettiva del tutto diversa. La sua vita si consuma nei locali notturni di quella Parigi scintillante tra donne e assenzio.
“C’è quasi una disperata vitalità in questo artista – afferma Stefano Zuffi, curatore della mostra– e le sue immagini sono gioiose, allegre, divertenti, ironiche e molte realizzate con innovazioni tecniche sorprendenti. Ma ci sono anche momenti poetici, intimi, delicati che rispecchiano l’amarezza della sua sventura e della sua solitudine“.
Sono 11 sezioni tematiche, sempre in rapporto con i grandi cambiamenti storici, tecnologici, sociali e architettonici di Parigi alla fine del XIX secolo.
La prima sezione introduce il visitatore alla massima passione artistica di Toulouse-Lautrec: Lo studio dell’incisione e la tecnica della litografia.
Seguono le tre sezioni dedicate alle Notti parigine, con la sequenza delle sale dedicate a singoli indiscussi protagonisti delle più famose scene francesi di fine Ottocento: Jane Avril, Aristide Bruant e Yvette Guilbert. Uno degli aspetti maggiormente conosciuti della produzione di Toulouse-Lautrec è la pubblicità realizzata per i locali notturni: con un’innovativa intuizione promozionale, Henri decide di mettere in evidenza i nomi degli artisti che si esibiscono sul palcoscenico, fissando in modo formidabile i tipi e i personaggi. É, in fondo, il vero inventore dello star-system.
Quinta sezione – I disegni dall’adolescenza alla maturità. Nel cuore del percorso, la mostra presenta una serie di disegni a matita e a penna, di travolgente freschezza e mordente incisività. Davvero per tutta la vita Toulouse-Lautrec ha trovato nel disegno un mezzo di espressione immediato, insostituibile. La matita è la compagna fedele nella lunga obbligata immobilità durante le convalescenze dopo le fratture.
Sesta sezione – Le riviste satiriche. Un aspetto importante dell’arte di Toulouse-Lautrec è la collaborazione editoriale. La rapida diffusione delle riviste illustrate è un segno di come i parigini della Belle Époque avessero sempre più tempo libero da dedicare alla lettura. I ” journaux humoristiques “, di cui Le Rire è stato probabilmente il maggior successo, puntano sulla satira politica, sulla corruzione e gli scandali militari, insieme al gossip sui personaggi più in vista, fra cui i protagonisti delle serate e parigine.
Settima sezione – Il Moulin Rouge e gli spettacoli parigini. Una sezione sul mondo degli spettacoli, dal Moulin Rouge all’Opéra, dedicata al variegato mondo dell’intrattenimento di fine Ottocento, dalle scene popolari del cabaret fino alle rappresentazioni più impegnative di tragedie greche o di concerti all’Opéra. Diceva Toulouse-Lautrec: “Non importa quale sia lo spettacolo. A teatro sto sempre bene!”
Ottava sezione –Cavalli e cavalieri. L’amico editore Thadée Natanson ricorda: “Henri amava gli animali meno delle donne ma più degli uomini. Andava pazzo per i cavalli e non si era mai consolato di non poterli montare”.
Nona sezione – Libri e collaborazioni editoriali. Dopo aver trascorso la notte facendo il giro dei caffè e cabaret di Montmartre, Toulouse-Lautrec si metteva al lavoro con insospettabile energia e lucidità, in grado di gestire parecchi incarichi contemporaneamente. Merito in parte della prodigiosa velocità inventiva e realizzativa, ma anche della passione per le tecniche della riproduzione a stampa, di cui seguiva tutte le fasi.
Decima sezione – La Revue Blanche. Questa parte della mostra è dedicata alle frequentazioni intellettuali di Toulouse-Lautrec: il rapporto con poeti, editori, facoltosi mecenati è in un certo senso l’altra faccia dell’artista bohemien, perso nei bicchieri di assenzio delle notti parigine.
Undicesima sezione – Toulouse e le donne. Sotto l’occhio ironico di Toulouse-Lautrec scorre la vita parigina fin du siécle: balli, spettacoli, svaghi serali, luci, teatri, risate e applausi grazie a cabarettisti, ballerine e chansonniers. Ma questa è solo una parte della produzione del pittore: forse ancor più intense e personali sono i ritratti di donne sole, silenziose, osservate senza la minima intenzione caricaturale o di vignetta cronachistica; attimi di riflessione, nubi che corrono sull’anima, ombre fuggevoli che passano sulviso. La mostra si chiude con le delicate opere dedicate a questo tema. Nessun artista, prima Toulouse-Lautrec, aveva saputo cogliere le passioni represse, la solitudine, il desiderio di una vita migliore che si nasconde sotto la sensualità forzata e la seduzione “professionale” di cantanti, attrici o prostitute, osservate senza ironia o moralismi.
Con il patrocinio del Comune di Monza, la mostra Toulouse-Lautrec. La Ville Lumière è prodotta e organizzata da Arthemisia con Nuova Villa Reale di Monza.