Di incidenti stradali e abuso minorile

di Claudia Terragni

Un bambino abusato su tre diventa un genitore abusante. Questa è solo una delle conseguenze comportamentali dell’abuso sessuale infantile. A questo si aggiungono atti antisociali o criminali, prostituzione, gravidanze precoci, tentativi di suicidio, abuso di alcol e droga, abuso coniugale, problemi alimentari. Per non contare tutte le innumerevoli ricadute psicologiche che comporta l’abuso.

Il 15% delle coppie è infertile, secondo la stima dell’ISS del 2015. Il 50% delle donne vive questo problema come il più grande della propria vita, in quanto considera la maternità come realizzazione massima della propria identità. Questa angosciante incompletezza è uno dei principali motivi che spinge una coppia ad adottare un figlio. L’adozione prevede un iter lungo e complesso che serve ad assicurare un out come positivo sia per il bambino che per l’intera famiglia adottiva.

Altra pratica parecchio diffusa e altrettanto complicata è l’affido. Nel 1915 Freud scriveva: “per il bambino la situazione è estremamente più complessa: essendo immesso in un contesto a lui nuovo, ed incapace com’è di comprendere oggettivamente la situazione, tende a vivere l’esperienza dell’affido come un vero e proprio lutto”

L’abuso infantile, l’adozione, l’affido sono alcune delle problematiche di cui si occupa non solo la psicologia ma anche la legge, in particolare la giustizia minorile.

La posta in gioco è alta. Ai giudici minorili è affidata l’ultima parola. Una responsabilità non da poco, ma anche una grande risorsa per permettere a bambini, ragazzi e intere famiglie di ricominciare.

In Italia in particolare, la giustizia minorile è tra le migliori al mondo. La comunità Europea ha imposto agli stati membri di replicare il sistema italiano. La competenza del nostro Paese in questo ambito è tra le più invidiate del pianeta.

Se non fosse che a breve in Italia la disciplina minorile non esisterà più.

Il disegno di legge delega per la riforma della giustizia abolisce i Tribunali per i Minorenni e li sostituisce con delle “sezioni specializzate” all’interno della giustizia ordinaria.

Anche nel 2003 il ministro Castelli aveva proposto la chiusura del Tribunale per i Minorenni. Tuttavia questa volta la questione non ha sollevato particolare indignazione né in Parlamento né sulla stampa, dove il fatto è passato in secondo piano rispetto ad argomenti più scottanti.

Una posizione netta è stata presa da Paolo Tartaglione, pedagogista e councelor familiare. Egli è il referente dell’Area Infanzia, Adolescenza e Famiglie del CNCA Lombardia nonchè responsabile di servizio reinserimento, formazione e famiglie della cooperativa Aimos. Si può reputare una voce autorevole nel settore, considerando che complessivamente in un anno i gruppi associati alla Federazione del CNCA si fanno carico di 4.000 nuclei familiari e 45.000 persone, mentre entrano in contatto con 20.000 famiglie e 153.000 persone.

Paolo Tartaglione ha lanciato una petizione su Change.org chiedendo una discussione più accurata e meno frettolosa di ciò che la riforma comporta. https://www.change.org/p/fermiamo-l-abolizione-dei-tribunali-per-i-minorenni#delivered-to

Così com’è formulata, la Riforma Orlando conduce alla drastica riduzione della specializzazione dei giudici. Non sarà più richiesta nessuna competenza di tipo psico-pedagogico: si dovranno occupare tanto di pena minorile quanto di incidenti stradali, tanto di abuso sessuale e separazioni ad alta conflittualità quanto di marchi e fallimenti. Come se un’ammaccatura sulla portiera sia paragonabile a uno stupro.

“Tutti devono sapere che la Giustizia degli adulti ai bambini non ci pensa: nelle separazioni la cultura prevalente degli avvocati è ancora quella della “guerra”, per cui l’importante è sconfiggere il “nemico”, e non importa quanti morti e feriti restano sul campo. E invece i genitori avrebbero bisogno di avvocati che sanno consigliare al proprio cliente di tenere a mente che c’è, innanzitutto, da considerare la tutela dei figli, gli unici che non hanno il proprio avvocato! E quando ciò non avviene, è indispensabile che ci sia un giudice esperto di bambini e adolescenti a garantire i loro interessi. E’ da anni che molte autorevoli voci suggeriscono alla Giustizia degli adulti di ispirarsi a quella dei Minorenni: quest’ultima è educativa, riparativa, creativa, e vanta successi straordinari, tanto da essere studiata e invidiata in tutto il mondo” sostiene Tartaglione.

Nonostante l’encomio da diversi paesi, anche i Tribunali Minorili italiani non sono perfetti. Moyersoen, giudice onorario presso tribunale minorenni di Milano, sottolinea ad esempio la mancanza di norme procedurali chiare e dettagliate, in cui venga rispettato il principio del giusto processo sancito dalla Costituzione. In tema di adozioni, ad esempio, ogni tribunale adotta i propri criteri. E anche nel funzionamento, da Nord a Sud, la situazione è a macchia di leopardo. Questo è il vero nodo da sciogliere. Ma per far ciò non è necessario tagliare brutalmente tutta la fune.

Secondo Linkiesta la prostituzione di bambini e adolescenti è in netta crescita. Ci sono giovani costretti a prostituirsi dalla famiglia, alle prese con situazioni di povertà e degrado. Ma anche ragazzine che vendono il proprio corpo per poter acquistare «capi firmati e smartphone di ultima generazione». Senza dimenticare le tante vittime della tratta, minori arrivati in Italia seguendo i flussi migratori e sfruttati dalle organizzazioni criminali. A testimonianza di ciò, nel Lazio si registra una crescita continua di casi (191 solo nel 2014), comportando un incremento nella iscrizione di nuove notizie di reato pari al 516 per cento, tra il 2012 e il 2014.

Sull’Internazionale si legge che i minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia nel 2016 sono stati il doppio rispetto all’anno precedente: 25.800. Molti di loro avevano meno di dieci anni.

La situazione dei minori al momento non è tra le più rosee, ma potrebbe peggiorare ulteriormente eliminando l’organo giudiziario che si occupa della loro tutela.

 

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