L’arte e l’inconscio

di Marco Riboldi

Scrivo queste righe con il rammarico di arrivare in ritardo. Sto infatti per parlare di una mostra di quadri che ormai non è più visibile, perchè il periodo di esposizione è terminato.

In via Bergamo la scorsa settimana si è  tenuta la esposizione delle opere di Maria Grazia Artesani, nostra concittadina, che ha messo in mostra una serie di dipinti accomunati dal titolo “L’inconscio”.

Io non  sono un esperto di pittura, ma vorrei segnalare questa artista perché nei suoi quadri ci sono combinazioni di colori che talvolta interrogano ed inquietano, talvolta rasserenano.

 Il tutto  avviene attraverso  giochi cromatici che sembrano semplici, vista la immediatezza di quanto trasmettono, ma che si comprende subito siano in realtà frutto di uno studio accurato ( e non breve o superficiale: non a caso dietro ci sono anni di approfondimento con il maestro Tetsuro Shimizu).

 

Tale studio conduce ad una precisa identificazione  di quali pennellate servano ad esprimere questo o quel sentimento, impressione, convinzione.

La tematica mi pare quella della sorpresa  davanti allo spettacolo della natura e della nostra artificialità  che ha perso contatto con l’intimità e la immediatezza della realtà nel suo profondo: in linguaggio filosofico direi con l’essere.

Un contatto che, come si sa, l’arte, pur profondamente pensata,  riesce a ristabilire con un sapere che va oltre il sapere della ragione scientifica.

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