Sono in molti a pensare – forse legittimamente – che l’arte contemporanea sia ostile, opere incomprensibili, lontane dal bello tradizionalmente inteso.
In realtà, è solo questione di strumenti conoscitivi (che non sono una cosa da poco e che oggi appartengono a un’elite).
Oggi, come nel passato. Per cui per appropriarsene l’unica via d’uscita è partire da come” approcciare” il lavoro dei nostri artisti contemporanei. Dall’inizio del secolo scorso, Arte è idea espressa con diversi materiali, soprattutto non tradizionali,che vanno oltre il pennello e lo scalpellino.
Ed è così per gli undici artisti di Koinè, protagonisti della mostra “Ingresso Libero”. Undici artisti e tre sedi espositive molto particolari: Slancio, Centro Stellapolare, Centro Diurno Disabili del Comune di Via Silva.
Tre luoghi dove condividere il dolore degli ospiti e la loro forza. Luoghi dove l’arte riflette sulla propria funzione rispetto alla realtà.
Oggi ammiriamo il frutto delle loro riflessioni.
SLANCIO – Antonello Sala ha voluto portare sole ed energia con i suoi girasoli. Ne ha piantato i semi, ma i tempi delle natura non sono quelli dell’esposizione. Così ha coinvolto i ragazzi dell’Istituto d’arte- li vedete nel video -. I Girasoli sono diventati simboli piantati nel giardino di Slancio in attesa che crescano quelli seminati.
Daniele Arosio e Piero Marchini hanno guardato in alto. A quel soffitto, orizzonte perpetuo di chi vive 24 ore al giorno nel proprio letto in posizione orizzontale. Un luogo anonimo, privo di anima. Così hanno installato le loro tele sul soffitto per una fruizione privilegiata per gli ospiti di Slancio. Un’ immissione di linee e di colori che crea discontinuità e rallegra lo spirito.
Ermenegildo Brambilla ha fatto un’operazione analoga allestendo un’intera sala con le sue leggere e delicate sculture. Un’operazione simile per molti aspetti a quella di Daniele e Piero, ma sviluppata in verticale. Un modo per abbellire e arricchire lo spazio, creando nuovi percorsi.
Centro Diurno Disabili di via Silva – Dario Cogliati ha coinvolto gli ospiti del centro disabili. Colori, pennelli, pennellesse e mani imbrattate su fogli bianchi. La creatività al potere, libertà assoluta di espressione. Sotto la sua guida, gli amici del centro hanno duramente lavorato e poi Dario ha dato forma definitiva al pannello appeso, frutto del lavoro collettivo.
Un’opera che è soprattutto condivisione di linguaggi dell’arte.
Giacomo Nicola Manenti si esprime attraverso la forza e il fascino prodotto dal legno. Giacomo come Dario ha lavorato con i ragazzi e le ragazze del Centro. Insieme hanno recuperato legni non trattati, trovati allo stato brado, pezzi “elaborati” solo dalla natura. Forme differenti accoppiate, accumunate da una naturale bellezza. E ora raccolte in un un’unica opera d’arte.
Michele Salmi ha abbandonato pennelli e colori , si confronta con un linguaggio estremamente moderno, usa telecamera e schermo, ama i video. Forme arcane o oggetti di uso comune sono protagonisti del suo mondo creativo, fa riferimento alla sua storia personale cercando di usare un linguaggio universale proprio com’ è diventata l’immagine in movimento.
Centro Stellapolare – Gli astri sono molto presenti nella vita degli artisti. Enzo Biffi ama il 12, numero magico e sacro, ricchissimo di significati. 1+2 è uguale a 3, altro numero magico ,12 erano gli Apostoli di Cristo, e a 12 anni si passa dall’infanzia all’età adulta.
12 camicie trattate e dipinte, quasi tutte bianche, meno una che diventa punto di riferimento. Personaggi appesi ad omini e poi allacciati tra loro. Legati, creano un ritmo immaginario. Un capo diverso per segnare ulteriormente lo spazio.
Un luogo dove ritrovarsi, essere solidali, uno spazio circoscritto dai migliori sentimenti. Un ballo ritmato per trovare la Stella Polare.
Se Enzo è circolare, Marco Gaviraghi Galloni individua un percorso non totalmente lineare, perché non c’è nulla di lineare e banale nella vita di tutti noi. Marco ha deciso di limitare lo spazio per renderlo in qualche modo più fruibile: una strada indicata, facile da percorrere, per arrivare alla meta, per raggiungere la Stella Polare. Un luogo protetto, confortevole per ritrovare se stessi, quando ci si perde, o per scoprire altre realtà.
Daniela Annaro