di Camilla Mantegazza
Giovedì 19 marzo, Ingresso libero torna -e ritorna- al centro diurno Stellapolare, portando Koinè, lingua comune, ancestrale, realtà di pochi, sogno di molti, veicolo di religioni, segni, culture e parole, linguaggi diversi, artefatti e primitivi, che si incontrano laddove il gesto, a contatto con il luogo, diviene arte.
Daniele e Piero hanno donato colore e bellezza a posti insoliti, ma alla portata di chi ha davvero bisogno di colori e bellezza.
Ermenegildo ha reso normale un posto speciale. O ha reso speciale un posto normale. Non si sa.
Antonello ha creato strani girasoli metallici. Domani seminerà dei girasoli veri, creando una nuova natura di serenità.
Giacomo ha piantato un albero su una parete. Pezzo dopo pezzo, con trapani e pazienza.
Dario ha dato forma all’informe, interpretando giochi di colori.
Michele ha mostrato l’invisibile a occhi disabituati alla realtà.
Enzo ha fissato l’apparenza in camicie. 12 camicie, per 1+2 fa 3, ma non solo.
Marco ha esorcizzato paure e titubanze, in teli effimeri, leggeri, in balia del vento e del freddo.
Mariangelo ha viaggiato, verso l’amis Francesco. Che c’è più di prima.
Alcuni di loro hanno lavorato a SLAncio, altri a Stellapolare, altri ancora al centro diurno disabili di via Silva. C’è chi ha lavorato da sé e c’è chi ha coinvolto le persone che abitano o vivono questi luoghi. Si è voluto portare arte laddove l’arte assume significato nuovo, e, forse, avanguardistico. Si è dato valore aggiunto agli ambienti. Ma soprattutto alle persone: l’obiettivo è stato raggiunto.
Camilla Mantegazza