La Redazione di Scacco Matto ha deciso di aderire alla proposta #italiavoltapagina, lanciata in primis dal Corriere della Sera. E così sono emerse alcune testimonianze, personali e non, di successi e di pagine voltate, nonostante le difficoltà, concrete e palpabili. Ettore esalta la funzione pressoché salvifica della poesia, Loretta racconta piccoli successi quotidiani, Concetta parla del suo riscatto lavorativo ed infine Maria descrive la sua storia, dal basso verso l’alto.
È sicuro che la musica, la poesia e l’arte più in generale siano stimolatori positivi per la salute, soprattutto della mente. Come lo è lo sport, per il corpo e non solo. Essendomi dedicato per qualche tempo alla poesia posso assicurare che quest’ultima altro non è che una buona terapia che consente di esprimere le proprie idee, di riflettere, oppure sfogare le proprie offese o ancora, elogiare qualcuno o qualcosa. Cosa ancora più importante è che la poesia permette di riflettere prima di pronunciarsi onde evitare malintesi, equivoci o offese nei discorsi tra due o più interlocutori. Certo, con la poesia non si produce pane e salame e non si esce neppure dalla crisi, ma può essere un buon metodo per saziare lo spirito e magari far riflettere qualche addetto ai lavori.
Ettore dalla Redazione di Scacco Matto
Sono sicura che gli italiani ce la faranno ad uscire da questa crisi: si vede dalle piccole cose. Un esempio su tutti: nella case popolari in cui abito, per mancanza di fondi, il Comune non si è preso in carico la cura dei giardini. Allora ci siamo dati da fare e a turno noi inquilini tagliamo l’erba. Un altro episodio significativo, di gente che non si arrende, in grado di voltare pagina si è verificato ancora nel mio condominio. Un giorno, verso le 22, abbiamo sentito cantare canzoni napoletane che provenivano da una casa a ringhiera e dopo un “Evviva gli sposi” noi del vicinato abbiamo ascoltato e partecipato a questa festa di nozze, con auguri e battimani, di questa coppia che, nonostante i problemi economici, ha deciso di rinunciare ad un pranzo in grande stile festeggiando in modo raccolto ma speciale nella loro futura casa. È stato un momento di condivisione molto semplice che fa pensare al titolo di un libro: “Italiani brava gente”. Due testimonianze di voglia di vivere e non di piangersi addosso, con il desiderio di essere contenti.
Loretta dalla Redazione di Scacco Matto
Sono una ragazza di venticinque anni, che, da circa un anno e mezzo, ha preso parte ad un tirocinio formativo, presso un bar di Monza, che, sin da subito, mi ha coinvolto ed appassionato. Fin dai primi giorni di attività al bar, grazie all’aiuto dei miei colleghi ma soprattutto di me stessa, ho imparato e sto continuando ad imparare cose nuove, che prima di allora né conoscevo né sapevo fare. Dei miei colleghi posso dire che mi hanno fatto sentire a mio agio all’istante, senza spingermi troppo nel fare le cose, senza condizionarmi troppo nelle mie scelte, sia positive sia negative, sia belle sia brutte e senza riempirmi di troppi complimenti che, si sa, fanno montare un po’ la testa mentre bisognerebbe riuscire a rimanere con i piedi ben saldati a terra, rimanendo semplici e unici. Ma il grazie più grande lo devo a me stessa. Ce l’ho fatta, nonostante le difficoltà che si incontrano sulla propria strada, grazie alla mia determinazione, tenacia, forza e passione che ho sempre messo in questa bellissima esperienza di tirocinio, ma soprattutto di vita. Nel mio piccolo, posso dire di aver voltato pagina e sono più che sicura che tutti possiamo farcela a fare tutti: tutti quanto noi, senza arrenderci mai.
Concetta, dalla Redazione di Scacco Matto
Numerosi ricoveri, dopodiché mi sono data da fare per riabilitare la mia salute. Decisa nel volermi rialzare, ho chiesto informazioni al mio specialista, il quale mi ha indirizzato verso il CPS (Centro Psico Sociale) di Seregno: e lì, ero nel posto giusto. Ho iniziato a svolgere attività che mi piacevano: psicomotricità, cucina, cucito e musicoterapia (molto divertente!). Dopo questa esperienza, piano piano mi sono rialzata tanto da riuscire ad aiutare anche gli altri, nonostante le mie difficoltà. In particolare, grazie all’attività di cucito, ho instaurato un rapporto familiare con gli altri utenti, basato sul dialogo e l’ironia. Ho amato il cucito in modo viscerale, continuando settimane e settimane a lavorare, fino a quando sono riuscita a finire un fantastico spolverino, oltre a confezionare vestitini per bebè, venduti poi al mercatino di Natale. Dopo quattro anni di esperienza a Seregno, ahimè, mi dissero che avrei dovuto spostarmi, per fare spazio ad altri utenti più bisognosi. Così, mi sono data da fare per trovare un altro Centro Diurno per poi arrivare a StellaPolare, di cui subito mi sono innamorata. Ora sto finalmente voltando pagina.
Maria, dalla Redazione di Scacco Matto