Joan Baez e le sue battaglie

di Claudio Pollastri

Intervista a Joan Baez, cantautrice statunitense che, da oltre cinquant’anni attraverso le sue canzoni, porta avanti la sua lotta per il pacifismo e per i diritti civili. Qui ci parla di sé e delle sue battaglie.

– Non si stanca mai di protestare? It’s my life.

– Si offende se la chiamano ancora “Usignolo di Woodstock”? E’ la mia storia. Ma esistono anche l’oggi e il domani.

– Lei non è credente? Non ho mai nascosto di credere che esista Qualcuno lassù che ci guida.

– Per Qualcuno intende Dio? Of course

– Lo prega? Spesso.

– Pensa di essere ascoltata? Qualche volta lo trovo distratto, ma insisto.

– Insiste anche nelle battaglie per i diritti umani? Il mondo è pieno di ingiustizie. Il tempo sembra fermarsi.

 – Sembra fermarsi anche per lei. Invece passa, eccome!. Lo capisco da certe note alte che mettono a dura le prova le corde vocali.

– Come le mantiene in forma? Con molto allenamento e una disciplina severa.

– Ci può svelare due o tre segreti? Stretching, meditazione, dieta.

Joan Baez con Bob Dylan

– Le pesa vivere così? E’ dura ma è una mia scelta.

– Tutti i giorni? Sempre.

– Quante ore? Se sono in tour, come qui a Milano, mezz’ora.

– Quando è a casa? Anche di più.

– Ne vale la pena? It’s my mission.

– Nella sua mission c’è qualche canzone ormai superata? Se una canzone è soltanto nostalgia e non provoca scintille, non la canto più.

– Tipo? We shall overcome. La canto soltanto dove si sta lottando ancora per la libertà.

– Quelle evergreen? Imagine e Blowing in the wind.

– I gusti cambiano da Paese a Paese? In Europa mi chiedono sempre Here’s to you.

– Dedicata agli italiani Sacco e Vanzetti? Il pubblico impazzisce ancora per Nicola and Bart. C’erano tanti ragazzi.

– C’era anche un ragazzo che come me amava i Beatles e Rolling Stones. Una bellissima canzone di Gianni Morandi che ripropongo sempre.

– Cantata da lei è diventata un inno. Thanks. E’ una canzone che esprime bene il clima di quegli anni segnati dalla guerra del Vietnam.

– Quel “ratatatam” finale mi ha sempre messo i brividi. Me too.

– Cos’altro le mette ancora i brividi? Il movimento di Occupy. Ha già fatto qualcosa di unico in questi tempi.

– Come negli anni Sessanta? E’ irripetibile quel periodo. Però mi ha impressionato vedere tanti giovani pronti a rischiare.

– Lo trova così impressionante? Erano molti anni che non succedeva.

– Serve davvero? Si possono cambiare pezzi del sistema con tante piccole battaglie.

– I ragazzi di Occupy sono quindi sulla strada giusta? Sì, e la stanno percorrendo da soli, senza una leadership che li guida.

– Allude a Trumph? E’ una tragedia.

– Per gli Stati Uniti? Per il mondo.

– Addirittura? Lo sta già dimostrando.

– Ha dimostrato che si vince con tv e social. L’aveva fatto anche Obama.

– A proposito di Internet, posso farle una domanda che le hanno fatto tutti? Allora, non la faccia.

– La sua storia con Steve Jobs? Un ragazzo dolce. Un genio. Siamo stati fidanzati per due anni e mezzo negli anni Ottanta.

– La Pasionaria e il capitalista? Il suo contributo all’umanità è stato immenso. Giusto celebrarlo.

– Anche lei viene celebrata. Sono riconoscente quando mi dicono cose gentili.

– E verso le cose spiacevoli? Sono comprensiva.

– Come si diventa così saggi? Vivendo. E incontrando personaggi carismatici.

– Come Martin Luther King e Bob Dylan? Ho cantato le canzoni di Bob. Abbiamo fatto coppia per anni.

– La coppia magica? Ma poi è finita.

– Mai più insieme? Never say never.

– Bob è stato il suo grande amore? No. Il primo vero grande amore l’ho vissuto a diciotto anni. Lo ricorderò sempre.

– Un tipo normale? Anche la mia vita è normale.

– Tutto attivismo e famiglia? Il mio impegno adesso è molto marginale.

– Quindi più famiglia? L’ho trascurata per troppo tempo. Adesso mi dedico a mia madre di 99 anni e a mia nipote di otto.

– Cosa fa tutto il giorno? Mi piace dipingere.

– Che tonalità preferisce? Pessimistiche.

– Proprio lei che non ha mai smesso di combattere? Appunto. Sono stanca di essere definita idealista.

– Non è così? Sono sempre stata ottimista. Ma adesso è molto difficile.

– Rimedi? Dare sempre il massimo, qualunque sia il proprio punto di vista.

– E’ l’unico modo per sentirsi in pace con se stessi? L’unico modo è la meditazione.

– Su cosa? Sulla morte.

– Ci pensa? Almeno un’ora al giorno.

– Anche sull’Aldilà? Certo, su Dio.

– Gli parla? Lo ringrazio per la voce.

E’ il più bel dono ricevuto da Dio? La fede.

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