La chiesa di Monza abbraccia i detenuti

di Fabrizio Annaro

La chiesa di Monza abbraccia i detenuti.  In cammino dalla chiesa di San Rocco sino alle porte del carcere di Monza, le parrocchie monzesi, guidate dall’Arciprete di Monza, Mons. Marino Mosconi, hanno voluto offrire un segno di vicinanza alle persone che si trovano in carcere.

Un’iniziativa che si inserisce tra quelle proposte dalla chiesa locale in occasione del Giubileo della Speranza. Lo scorso 17 ottobre i detenuti hanno incontrato alcuni cittadini ed insieme hanno partecipato ai dialoghi sulla Giustizia Riparativa, con Giorgio Bazzega, figlio del maresciallo Sergio Bazzega ucciso dalle Brigate Rosse, ed Ernesto Balducchi ex leader del partito armato.

Un pomeriggio intenso che ha visto anche la Lettura Scenica dedicata al pensiero e alla vicenda di Aldo Moro, testo di Fabrizio Annaro per la regia di Guido Garlati, con Fabrizio De Giovanni e Gaia Capone. Evento condotto dal giornalista Laurenzo Ticca.

Un evento proposto da Caritas di Monza che invita a partecipare alla prossima iniziativa che si svolgerà nelle sale della Casa Circondariale il prossimo 14 novembre alle ore 18.00 con la presenza dell’Arcivescovo Mario Delpini che dialogherà con i detenuti e con i cittadini che si affiancheranno agli ospiti del carcere.

Per partecipare scrivere entro il 4 novembre a: [email protected]   

 

Durante il cammino si sono alternate momenti di preghiera, di riflessione e la testimonianza di un ex detenuto. Sono state riprese, con grande emozione, le parole di Papa Francesco e qui proponiamo alcuni stralci dell’omelia di Francesco nel giorno dell’apertura della Porta Santa  nel carcere di Rebibbia. 

“Io ho voluto spalancare la Porta oggi, qui. La prima l’ho fatta a San Pietro, la seconda è vostra. È un bel gesto quello di spalancare, aprire: aprire le porte. Ma più importante è quello che significa: è aprire il cuore. Cuori aperti. E questo fa la fratellanza”, ha esordito il Pontefice in un’omelia interamente a braccio. “I cuori chiusi, quelli duri, non aiutano a vivere”, ha affermato, “per questo la grazia di un Giubileo è spalancare, aprire, e soprattutto, aprire i cuori alla speranza”. La paragona ad un’ancora, il Pontefice, questa speranza: qualcosa a cui aggrapparsi in mezzo alle difficoltà e alle prospettive più nere…

“La speranza non delude, mai! Pensate bene a questo. Anche io lo pensavo, perché nei momenti brutti uno pensa che tutto è finito, che non si risolve niente. Ma la speranza non delude mai”, ha detto Jorge Mario Bergoglio. La speranza è lì, come un’ancora a riva, “sulla terra” e “noi con la corda stiamo lì, sicuri, perché la nostra speranza è come l’ancora sulla terra”. (Da Vatican News)

“Non perdere la speranza. È questo il messaggio che voglio darvi; a tutti, a tutti noi. Io il primo. Tutti. Non perdere la speranza. La speranza mai delude. Mai”, ha insistito Papa Francesco. A volte è difficile rimanere aggrappati a questa corda: “Ci fa male alle mani…”. Ma con lo sguardo a riva, “l’ancora” ci porta “avanti”: “Sempre c’è qualcosa di buono, sempre c’è qualcosa da fare avanti”.

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