La democrazia è malata?

di Marco Riboldi

Siamo ai primi passi di una indagine, quindi, di per sé, è imprudente parlarne. Ma una riflessione sui fatti segnalati in Puglia e a Torino in merito alla compravendita dei voti si può senza dubbio abbozzare.

Sono tornati alla ribalta i vecchi metodi clientelari che avevamo imparato a conoscere anni fa: il gruppo di manovratori della politica che inducono a votare in cambio di vantaggi, posti di lavoro, soldi.

Bene, anzi male: sono tutti sintomi di una democrazia malata e questa non è una bella notizia.

Provo a proporre qualche primo e provvisorio pensiero.

  1. Da circa trent’anni la politica italiana è pesantemente condizionata da inchieste giudiziarie, che purtroppo spesso hanno intrinseci difetti potenzialmente devastanti. Anzitutto c’è la lentezza delle procedure, che sfascia reputazioni e carriere politiche perché, se non si arriva ad un veloce chiarimento, ogni accusa si trasforma in una condanna anche quando si scopre, troppo tardi, che l’indagato era in effetti innocente.
  2. Poi ci sono le troppe leggi, norme, regolamenti, interpretazioni che spesso rendono impossibile sapere con chiarezza cosa si può fare e cosa è vietato.
  3. Ancora, un diffuso, cieco giustizialismo viene troppo facilmente cavalcato da forze politiche e mezzi di comunicazione, nella certezza di sollecitare una parte della popolazione sempre pronta al disprezzo per la politica e i politici.
  4. La possibilità di usare inchieste e accuse contro gli avversari politici è spesso usata in modo irresponsabile, senza considerare che, come si diceva un tempo, a forza di epurare, trovi sempre qualcuno più puro che ti epura. La triste vicenda di pochi giorni fa (l’ex presidente del consiglio comunale di Roma, esponente di quel movimento 5 Stelle che si proponeva al grido di “onestà”, è stato condannato in primo grado a 8 anni e più di carcere) ne dá plastica prova.
  5. Personalmente, comunque, la cosa che più mi colpisce non è tanto che qualcuno tenti di comperare i voti, ma che molti li vendano. Voglio dire: i politici che comprano i voti possono e devono essere scoperti, isolati, puniti. Ma che idea hanno della cittadinanza i cittadini che vendono il loro voto? Che cosa vuol dire per loro la parola democrazia? Penso che questo disprezzo del valore del voto sia l’autentico e grave pericolo per la Repubblica.
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