di Luigi Picheca
Non so se le forme di Democrazia attuali rispondano ancora a quei modelli che hanno spinto tanta gente a battersi per quegli splendidi ideali. Certo sento lontane le voci che durante la Rivoluzione Francese scandivano le famose parole: Liberté, Egalité e Fraternité. L’affrancarsi dal potere che opprime i popoli richiede grande coraggio e forza. Sappiamo tutti che quando questo viene a mancare anche l’autentica Democrazia si accartoccia su sé stessa e pone fine a quel ciclo storico che permette agli uomini di cambiare il loro destino.
Purtroppo anche nell’attuale situazione vediamo come il potere di una nuova classe dirigente vada contro il desiderio di uguaglianza e libertà che la gente vorrebbe. Il Potere non appartiene più al popolo ma ad una stretta cerchia di leader e ai novelli Aristocratici che li circondano per spartirsi la propria fetta di guadagno.
Siamo tornati di fatto indietro di 50 anni e più, periodo in cui le nostre popolazioni riuscivano a risollevarsi dopo la devastazione della guerra e ancora una volta ci troviamo a fare i conti con la Germania che, con l’appoggio della BCE e del FMI, sta dettando legge imponendo la sua potenza. Non servono le lacrime di un anziano distrutto e spaventato da una situazione che non gli lascia scampo, non bastano le lacrime di una giovane palestinese che vede infrangersi i propri sogni a causa della inflessibilità della austera politica, non basta la consapevolezza dei popoli Greci, Italiani e Spagnoli a sapere che i prossimi saranno loro a pagare la dura legge del mercato globale e a finire gambe all’aria dopo aver pagato il loro debito con le banche per capire che le regole che il Capitalismo ci impone non sono più sostenibili.
Il lavoro, componente fondamentale nella vita dell’uomo, attribuisce all’uomo dignità e configura il suo futuro. La ricerca di nuove tecnologie è la via che rappresenta il nostro futuro.
I Paesi in cui questo non si concretizza saranno sempre a rincorrere questa importante evoluzione sociale e industriale e saranno sempre più indebitati con quelli che queste tecnologie sapranno sviluppare.
Ora ci dobbiamo riappropriare dei nostri diritti e partecipare attivamente a quella vita politica che abbiamo commesso l’errore di trascurare per troppo tempo.
Lasciare scegliere a circa la metà degli aventi diritto al voto è un segno di debolezza che non fa bene a nessuno né tanto meno si rende rappresentativo come la Costituzione esige.
Luigi Picheca