di Enzo Biffi
Ah volare! decollo e atterraggio, partenza e arrivo. Libero e semplice come camminate, parlare o respirare.
Deve essere sembrato così naturale a Mathias Rust in quella mattina di quasi estate di trent’anni fa.
Eppoi c’era la forza dei vent’anni, quell’essere tutto e niente che ti fa provare il tutto per tutto. Questo e chissà cos’altro ancora deve aver pensato Mathias quando con un semplice brevetto di volo in tasca e noleggiato un piccolo aereo da turismo decide di sfidare se stesso, il mondo intero e perfino il destino.
Il 28 maggio 1987 Mathias Rust staccato il carrello del suo aereo dalla Germania Ovest, atterra non solo in Russia, ma proprio nel mezzo della Piazza Rossa, a un tiro d’arco dal Cremlino.
“Gesto di pace” dirà appena arrestato. Un diciannovenne figlio del suo tempo sorprende tutti con un’impresa che, baciata dall’audacia e quindi dalla fortuna, ricorda al mondo diviso di allora e a quello diviso di oggi, che il buio della separazione non esiste se illuminato dalla volontà di unire in pace.
Così immagino debba aver pensato Mathias in quelle ore di volo cucendo idealmente quell’Europa ancora da venire. Quell’Europa illuminata dalle sue luci colorate e accese da genti diverse ma che viste da un piccolo aereo sembrano tutte uguali, perché visto dall’alto il mondo tutto non ha confini ne frontiere.
Quel piccolo, azzardato, folle gesto, ebbe ovviamente strascico di dichiarazioni, imbarazzi e giustificazioni diplomatiche. Ma se ancora oggi lo ricordiamo è solo per quel senso di gratitudine che abbiamo verso i pazzi e i visionari che sanno indicarci la via.
Fu quello un volo di anarchia e poesia. Il volo di una farfalla contro gli elefanti. Il volo di una risata contro l’ottusa e presunta serietà di diplomazie internazionali. Volo di satira e sberleffo verso gli imperi, volo di scherno contro le ragioni di stato.
Poi quasi tutto finì in niente, la farfalla sconfitta e gli elefanti stanno ancora là. L’Europa cerca ancora unione vera e quello sguardo coraggioso e profetico dall’alto lo stiamo, in parte, ancora aspettando.
A Mathias non fu risparmiata un po’ di galera e la sua vita in seguito ebbe forse più ombre che luci ma, come per i grandi artisti, di lui resterà il ricordo della sua “opera” migliore.
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