di Laurenzo Ticca
“Qualcuno socchiude la porta, è un vecchio, probabilmente il portiere e grida con voce angosciata, Malaga è caduta, l’hanno appena detto alla radio. L’aviazione italiana bombarda le strade della città piena di popolazione civile. Che delitto Signore, che delitto orribile”.
Sono parole tratte da un libro straordinario scritto da una donna straordinaria. L’autrice è Michaela Etchebéhère, detta Mika, ebrea argentina di origini russe. Una delle tante donne che parteciparono alla Guerra si Spagna. Lei fu l’unica a guidare un’unità militare impegnata nel conflitto.
I fatti sono noti: tra il luglio del ’36 e l’aprile del ’39 la Spagna fu attraversata da una feroce guerra civile. Da una parte il Fronte popolare (del quale facevano parte anche liberali, anarchici, comunisti, socialisti) e dall’altra i nazionalisti, decisi a porre fine, a soffocare nel sangue, la stagione di speranze che si era aperta con le elezioni del 16 febbraio 1936, vinte dal Fronte popolare. Il responso delle urne apparve inaccettabile ai settori integralisti e reazionari spagnoli. Appoggiati dalla Chiesa, sostenuti da Hitler e Mussolini decisero di muovere contro il governo legittimo. Tutto cominciò il 17 luglio 1936. Madrid sarebbe caduta tre anni dopo.
La guerra civile fu una pagina feroce delle storia europea, la prova generale, per molti, del secondo conflitto mondiale. Prima negli scioperi che bloccavano le fabbriche poi nella resistenza si distinsero molte donne. E allora può essere utile ricordare quegli eventi attraverso le pagine del libro scritto da Mika. Il titolo non poteva che essere: “ La mia guerra di Spagna “. Sua perché aveva fortemente voluto impegnarsi nella difesa del Fronte, sua perché l’amore per la democrazia spagnola si intreccia con l’amore che legava Mika al suo compagno, Hippolyte. Si erano conosciuti giovanissimi a Buenos Aires. Insieme avevano aderito al partito comunista, insieme avevano poi scelto di passare nelle file del Poum, il partito operaio di unificazione marxista, una formazione trotzkista. Insieme avevano deciso di schierasi con la Spagna minacciata da Franco.
Il legame tra Mika e la Guerra di Spagna va dunque ben al di là di una scelta politica. Amore e lotta si saldavano in un unico progetto di vita. Destinato ad essere sconfitto. Il Fronte popolare perderà la sua battaglia e Mika, con essa, perderà anche l’uomo che amava, ucciso in combattimento. Sono pagine di grande bellezza quelle che Michaela Etchebéhère ci regala. Il racconto di una sconfitta e di una donna che rifiuta la rassegnazione. Dopo la Guerra di Spagna Mika tornerà in Francia e poi in Argentina per sfuggire alla furia nazista e poi di nuovo a Parigi dove si sarebbe spenta nel 1992.