di Daniela Annaro
Sembrerà strano in quest’Italia con una scuola sconquassata, senza fondi e messa negli ultimi posti delle priorità politiche e governative, ma esistono ancora insegnanti bravissimi, veri maestri di vita.
Così appare a noi Rosa De Feo, docente della scuola primaria ora in pensione e autrice di un bel libro: “La libertà oltre il bosco di faggi”. In tedesco, bosco di faggi si dice Buchenwald, lo stesso nome della località a otto chilometri da Weimar dove sorgeva il campo di concentramento e di sterminio nazista.
Rosa De Feo intitola così il suo libro che racconta del lungo percorso didattico sul tema della Shoah. in due classi quarte. E, per introdurre un argomento così complesso per la scuola primaria, con i suoi bambini si è messa alla ricerca di un sopravvissuto ai lager di sterminio. Dopo aver consultato l’archivio della loro scuola, l’allora Circolo Didattico “Giuseppe Mazzini” di Bari, da sempre sensibile allo studio dei temi legati all’ Olocausto, e dopo un lungo lavoro di ricerca tra libri, testi e internet, incrociando date e nomi hanno individuato uno dei pochi ragazzi di allora tornato vivo dal campo di Buchenwald: Franco Schönheit.
Franco con il padre Carlo Schönheit e la madre Gina Finzi furono vittime delle leggi razziali mussoliniane del 1938: prima rinchiusi nel campo italiano di Fossoli, poi trasferiti a Buchenwald (Franco e Carlo) e a Ravensbrück (Gina).
Una storia dolorissima ma, pare strano a dirlo, fortunata, quella della famiglia ebrea degli Schönheit: una famiglia di sopravvissuti, forse l’unico gruppo familiare al mondo che è riuscito a sopravvivere – padre , madre, figlio – al lager, a differenza di quanto avvenuto ai sei milioni di ebrei sterminati dai nazisti.
E’ Franco in prima persona a raccontare i giorni tragici vissuti dal 1938 fino all’aprile del 1945. La liberazione di lui e di suo padre avvenne l’11 aprile. Entrambi rividero Gina Finzi Schönheit solo nell’agosto 1945.
Un racconto lucido e toccante, a tratti scioccante per gli eventi e la violenza subita dagli internati, per le regole disumane imposte dai nazisti, per le pietose condizioni cui erano costretti uomini e donne. Per non parlare di quello che aveva visto: le lunghe file di persone portate a morire nei forni crematori o nelle camere a gas. Come tanti sopravvissuti, Franco Schönheit “ha sepolto dentro di sé” quell’orrenda esperienza. Per molti anni, quaranta, cioè fino al 1986 non ha parlato, fino a quando venne contattato dallo scrittore americano Alexander Stille.
Accettai di raccontare la storia della mia deportazione – scrive Franco – solo perché il libro sarebbe stato pubblicato in America. Quella sera del 25 luglio 1986, mentre mostravo per la prima volta le lettere scritte da mamma dal campo di Ravensbrück, lei moriva all’improvviso. Strana coincidenza. Nel 1991 il libro veniva pubblicato anche in Italia. (…) Da allora ho voluto condividere questo dolore che appartiene a tutti. Poi un giorno di novembre 2010 mi hanno telefonato i ragazzini della scuola Giuseppe Mazzini di Bari. (…) Mi hanno comunicato che stavano lavorando sulla mia storia e che l’avevano raccontata anche in un cartone animato. Mi hanno coinvolto con il loro affetto con il loro calore, con la loro simpatia conquistandomi. Sono arrivati come un ciclone nella mia vita, ero in un periodo molto triste, mi hanno dato un motivo valido per farmi affermare che valeva la pena di continuare a vivere, di vivere altre esperienze. Grazie bambini!
Come dicevamo, Franco, Carlo e Gina Schönheit é l’unica famiglia ebraica in Europa ad essersi salvata. Da Ferrara, la loro città ,100 ebrei vennero deportati. Loro tre e altre due persone sono le sole sopravvissute.
Il 27 gennaio 2011, al Quirinale, i bambini di quarta della “Mazzini” di Bari con la maestra Rosa de Feo sono stati premiati perché vincitori del concorso “I giovani ricordano la Shoah”. Ora quel lavoro è diventato anche un libro.