di Francesca Radaelli
Veniva inaugurata cinquant’anni fa, il 1° novembre 1964, la prima linea del metrò milanese, la ‘rossa’, per il colore con cui viene segnata sulle mappe. La cerimonia ufficiale avviene alla presenza di rappresentanti istituzionali, dirigenti e tecnici di Atm e di Metropolitana Milanese e dei direttori della metropolitana di New York, Montreal, Londra, Mosca, Madrid. Alle ore 10.40, dopo la benedizione dell’arcivescovo, partono dalla stazione Lotto i primi due convogli, appaiati, diretti verso Sesto Marelli, con a bordo le autorità. Alle 17.05 dello stesso giorno parte invece il primo treno ufficialmente aperto al pubblico.
Finalmente anche Milano ha un trasporto pubblico sotterraneo. Un po’ in ritardo, a dire il vero, rispetto ad altre importanti città come Stoccolma, Berlino e Mosca, che già al termine della prima guerra mondiale avevano avviato i lavori di costruzione della metropolitana. La causa del ritardo milanese è la mancanza di finanziamenti, ma con il boom economico degli anni Cinquanta qualcosa inizia a muoversi. E così, il 6 aprile del 1952, l’amministrazione comunale assegna all’ufficio tecnico del Comune l’incarico di elaborare il progetto esecutivo della prima linea metropolitana. Ottenuto il consenso definitivo del Ministero dei Trasporti, il 6 ottobre del 1955 viene quindi costituita ufficialmente Metropolitana Milanese Spa, una società per azioni con capitale iniziale di 500 milioni. 499 azioni della società appartengono al Comune e una alla Sea, Società Esercizi Aeroportuali, ma per finanziare i lavori bisogna ricorrere anche ad un grande prestito obbligazionario aperto a tutti i cittadini. I milanesi sottoscrivono numerosi ed entusiasti. E’ anche merito loro se finalmente, il 4 maggio 1957, viene aperto il primo cantiere, in Viale Monte Rosa.
L’incarico di progettare gli ambienti delle stazioni viene affidato allo studio di architettura Albini-Helg, cui si devono i pavimenti di gomma nera a bolli, le pareti con pannelli prefabbricati, le scale fisse in granito e i corrimani in ferro verniciati di rosso. La segnaletica viene realizzata da Bob Noorda, che sceglie per la pala esterna che segnala le scale d’accesso un quadrato rosso con le lettere MM in bianco. La M che vediamo oggi, una sola e di forma leggermente differente, si deve invece al Ministero dei Trasporti, che fisserà in seguito un prototipo unico per tutto il territorio nazionale.
Gli scavi della Linea 1 hanno rappresentato per l’ingegneria italiana la prima grande esperienza nel settore delle costruzioni sotterranee urbane e hanno portato alla definizione del cosiddetto ‘Metodo Milano’ (noto anche come ‘cut and cover’), un sistema di perforazione utilizzato in seguito per la costruzione di altre metropolitane nel mondo.
Non solo. I lavori per il metrò hanno costituito un momento importante anche per l’archeologia milanese. Gli scavi hanno infatti portato alla luce una serie di reperti antichi nascosti nel sottosuolo della città, facendo luce su vari aspetti della storia più antica dell’urbanistica e dell’architettura milanese. Tra i ritrovamenti più importanti c’è il tratto di basolato romano riportato alla luce in via Mercanti, mentre in piazza Duomo sono state rinvenute le vestigia dell’antica cattedrale di Santa Tecla e del battistero di San Giovanni, risalenti forse al IV secolo d.C.
Oggi la linea 1 collega Sesto San Giovanni, alla periferia nord di Milano, con i capolinea di Bisceglie e Rho Fiera Milano a ovest della città. Nel corso degli anni le si sono affiancate altre tre linee, la ‘verde’, la ‘gialla’ e, in tempi davvero recentissimi, la ‘lilla’, frequentatissime da lavoratori, studenti e pendolari. La città cresce e anche la metropolitana è in continua espansione, e forse la rossa arriverà presto anche a Monza. In ogni caso, i progetti sono tanti e i cantieri pure.
Ma il viaggio dei primi due treni nel sottosuolo milanese, cinquant’anni fa, resta un evento unico e indimenticabile. E una tappa decisiva nella storia della città di Milano.