di Luigi Picheca
Il Motociclismo è sempre stato uno sport e un passatempo cavalleresco. Chi ha guidato, come me, la moto per tanti anni ricorderà che fino agli anni ’80 era consuetudine, per chi viaggiava in moto, scambiarsi un saluto, un lampeggio di abbaglianti, quando ci si incrociava per strada e un cenno di aiuto ci induceva a fermarsi senza esitazione, era un obbligo e un dovere prestare soccorso a chi si trovava nei guai.
Nelle competizioni questo spirito cavalleresco spesso lasciava posto alle sfide che si accendevano tra piloti sempre entro i limiti della correttezza.
È uno sport rischioso e tutti lo sanno, per primi i piloti che scendono in pista!
L’altra domenica a Sepang, si è visto di tutto in motoGP, cose che in tanti anni di competizioni sportive non mi era mai accaduto di vedere. Marc Marquez si è dedicato durante la gara a MARCare ad uomo il nostro Valentino Rossi mentre era impegnato a perseguire la sua rimonta su Jorge Lorenzo, pilota col quale si contende il Mondiale. Il disturbo che Marquez ha continuato a perpetrare a Rossi mi ha ricordato da vicino le marcature che Claudio Gentile aveva l’accortezza di dedicare agli avversari più temibili, arrivando anche a strappargli la maglia, come capitò durante il Mondiale di Calcio.
Non confondiamo però il Calcio col Motociclismo! Il Calcio è uno sport di contatto mentre il Motociclismo richiede una certa “prudenza” nel non mettere a rischio l’incolumità altrui e propria.
Proprio per questi motivi i piloti hanno dedicato molti loro sforzi ad aumentare la sicurezza nelle piste e bocciando quei circuiti che non permettevano gli adeguamenti da loro richiesti.
Il circuito di Monza è uno di quelli che sono stati scartati dal Comitato per la Sicurezza dei Piloti del Motociclismo Internazionale che dopo il drammatico incidente in cui persero la vita Pasolini e Saarinen cominciò a prendere maggiore coscienza e maggiore peso politico nei confronti della Federazione Motociclistica Internazionale che, fino ad allora, si era dimostrata abbastanza apatica nei confronti di questo aspetto.
Marc Marquez ha dimostrato, a mio parere, di voler unicamente ostacolare Valentino Rossi durante la sua gara procurandogli solo colpevole danno nel suo tentativo di rimonta, un comportamento chiaramente antisportivo ma non sanzionabile perché camuffato dentro un duello vero ma che spero faccia testo in quello spirito cavalleresco che ha sempre rappresentato lo sport motociclistico.
Non deve comunque diventare una guerra tra Spagna e Italia ma è lecito spendere qualche parola per difendere una passione che conta milioni di amanti della motocicletta e che non vogliono vedere piloti in pista tradire il vero spirito di questo sport.
Luigi Picheca