di Daniela Annaro
L’Arte deve entrare nella vita, ma dato che la vita è alienata, occorre impegnarsi anche a liberare e disalienare la vita. (Piero Gilardi)
Nature Forever si intitola la prima retrospettiva italiana dedicata a un grande maestro dell’arte contemporanea.
Piero Gilardi, Torino 1942, è nato nel secolo scorso, ma profeticamente ha anticipato temi e sensibilità che sono diventate centralissime nel dibattito artistico – e non solo – del nostro presente. Il rispetto dell’uomo e dunque della natura.
Sessanta opere in mostra al MAXXI di Roma – il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo- raccontano la sua vita, tra arte e militanza politica in prima fila per le battaglie ecologiste, per la difesa dei diritti, per l’eguaglianza e la giustizia tra i popoli. Battaglie politiche.
All’inizio, siamo nel 1966, uscito dalla scuola d’arte e in compagnia di altri artisti come Mario Merz e Luigi Mainolfi o intellettuali come Ettore Sottsass, lo sguardo è rivolto alla natura contaminata e imbruttita dalla presenza dell’uomo.
Una fredda mattina di inverno feci una passeggiata lungo le sponde di un fiume e rimasi turbato dalla quantità di rifiuti urbani rimasti aggrovigliati alla vegetazione , tra i ciottoli levigati del greto. Sentii l’impulso di ricreare quel paesaggio ripulito dalle trame dell’inquinamento e mi venne l’idea di ricostruirlo nella forma del tappeto domestico con le sagome scolpite nella gommapiuma al fine di poterlo offrire all’uso confortevole del corpo.
Nascono così i Tappeti-Natura divenuti, nel corso del tempo, sempre più interattivi come Igloo, dove il pubblico può entrare e sedersi, o i Vestiti-Natura creati per performance che mettevano in scena il rapporto originario dell’uomo con l’ambiente, tutte opere riconducibili all’idea dell’arte fruibile, da condividere con il pubblico. Spiegano i curatori, Hou Hanru, Bartolomeo Pietromarchi e Marco Scotini.
La mostra racconta il percorso di un maestro per cui arte e vita si identificano e diventano impegno militante, a partire da quello ecologista. Un maestro che è anche critico, ricercatore, attivista politico e sociale. Per lui, l’oggetto artistico supera la pura dimensione estetica: non è fatto per essere contemplato, ma vissuto, condiviso, partecipato.
C’e sempre poesia nelle opere di Gilardi, poesia che si coniuga con tecnologia, anche qui in anticipo su quelle che poi diventerà consuetudine per moltissimi artisti delle generazioni successive. Sono opere che vivono come INVEROSIMILE (1989) . Si tratta di una grande installazione interattiva che si attiva attraverso il soffio dello spettatore, muovendosi e producendo suoni: una vigna in poliuretano espanso come i Tappeti – natura. Materiali morbidi, dolci, soffici come è Piero Gilardi, un torinese cortese. ma assolutamente vero, autentico. Anche quando scende in piazza per manifestare contro politici nazionali responsabili della CRISI – il Masso della CRISI è titolo dell’opera qui sopra – o quando crea maschere di Andreotti, Renzi , Agnelli per operai e dimostranti torinesi.
Nel 2008 passa all’azione concreta cioè crea il PARCO ARTE VIVENTE, PAV, un Centro d’Arte Contemporanea, un “museo fuori dal museo” concepito come un unico organismo vivente che non possiede opere tradizionali ma un territorio naturalistico costellato di installazioni da accudire costantemente attraverso animazione e giardinaggio. Spiega Gilardi:
Il PAV non possiede una collezione di opere da custodire, ma un territorio naturalistico costellato da installazioni di arte del vivente da accudire con un’opera costante di animazione e di giardinaggio. Un museo interattivo nella natura.
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