La preghiera di Monza per la pace


di Francesca Radaelli

Tutte le religioni unite nella preghiera per la pace. La sera di mercoledì 21 settembre davanti al Municipio di Monza in occasione della veglia interreligiosa per la pace il fuoco della speranza è tornato ad ardere. E a illuminare il palco dal quale i rappresentanti di diverse confessioni religiose e movimenti spirituali hanno intonato con canti e preghiere il loro appello alla pace. Da 12 anni a questa parte la veglia di preghiera organizzata dall’Universal Peace Federation è diventata un appuntamento fisso che si ripete ogni anno in occasione della Giornata Internazionale per la Pace indetta dalle Nazioni Unite.

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Una giornata, ha ricordato Carlo Chierico, presidente della sezione monzese del’UPF, in cui tutti (o quasi) i conflitti sono sospesi  e in cui per 24 ore secondo quanto stabilito dall’Onu dovrebbe regnare la pace in tutti i paesi del mondo: “In realtà dovrebbe essere il contrario”, ha esclamato Carlo Chierico, “la pace dovrebbe esserci 365 giorni all’anno”.

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La ricorrenza, laica, è ormai diventata per Monza un’occasione per riunire insieme il multiforme mondo della religione e della spiritualità, che anche quest’anno si è ritrovato davanti al simbolo del governo laico della città per pronunciare ancora una volta, con voci diverse, una sola parola. Pace.

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Perché ogni guerra di religione è una grande menzogna. Perchè solo la pace, e mai la guerra, può essere santa . Lo ha ricordato molto recentemente papa Francesco nel corso dell’incontro interreligioso organizzato ad Assisi dalla Comunità di Sant’Egidio e conclusosi proprio un giorno prima della giornata internazionale della pace. Da Assisi a Monza, è questo il messaggio che attraversa tutte le religioni, declinato in lingue, parole, preghiere e rituali differenti.

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Ad aprire la manifestazione le parole del vice sindaco Cherubina Bertola che ha sottolineato il senso della presenza delle istituzioni a una veglia religiosa per la pace: “Compito di chi ha un ruolo istituzionale è garantire il rispetto dei diritti per tutti i membri della comunità, e solo in una condizione di pace e di coesione sociale questo è possibile. E chi amministra la città non può che mandare messaggi di coesione sociale, se vuole fare bene il proprio lavoro”.

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Particolarmente significativa quest’anno la presenza sul palco di una giovane egiziana e un giovane senegalese richiedente asilo, che hanno partecipato ai tornei interetnici organizzati dalla UPF Monza per promuovere l’integrazione attraverso lo sport. Dalia, che è  in Italia da  sette anni, parla delle difficoltà incontrate al suo arrivo e  superate grazie all’aiuto della parrocchia e della bellezza di “rispettarsi e conoscersi anche se siamo di etnie e religioni diverse”.

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“Nessuno può escludersi dal pregare”, sottolinea Ettore Fiorina in apertura, e dopo le preghiere a più voci dei rappresentanti del mondo cattolico, evangelico, buddhista, induista, della comunità baha’i e di tante altre comunità religiose, la serata si conclude con l’accensione di tante candele, una per ciascuno dei partecipanti alla veglia. Per tornare a far brillare, in ogni cuore, la speranza  e la preghiera di tutte le religioni per un mondo di pace.

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