di Daniela Annaro
Fontecchio, quattrocentodieci abitanti in provincia dell’Aquila. Borgo medievale, ricchissimo di storia. E’ qui, in questo delizioso luogo che dal 9 al 12 ottobre si terrà un importante appuntamento internazionale.
Lo ha promosso il Consiglio d’Europa, quell’organismo che a Bruxelles si occupa di democrazia, di diritti umani, di identità culturale europea e ricerca soluzioni ai problemi sociali del Vecchio Continente.
“The Faro Convention in Research-Action Workshop. Community involvement in a post-disaster heritage revitalization” ovvero seminario di ricerca e di azione sulla Convenzione di Faro. Coinvolgimento e rivitalizzazione dell’eredità del patrimonio culturale delle comunità in crisi. Un concetto complesso introdotto da pochi anni, nel 2005 a Faro, in Portogallo, dal Consiglio d’Europa e fissato nella proposta-quadro, nel 2013 sottoscritto dall’Italia. In pratica, dodici anni fa il Consiglio d’Europa fece proprio il concetto di eredità culturale,quale patrimonio dell’intera comunità, invitando tutti gli Stati dell’Unione a coinvolgere le istituzioni sul territorio, pubbliche e private, ma anche chiamando in prima persona i cittadini ( definiti comunità di eredità) a farsi carico della tutela e della valorizzazione del beni culturali.
Una visione partecipativa, dal “basso”, che ritroviamo nell’articolo 9 della Costituzione italiana che dice:
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica [cfr. artt. 33, 34]. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Alla luce dei principi già sanciti dalla nostra Costituzione e in applicazione della Convenzione di Faro, a Fontecchio si è deciso di tenere il primo seminario. su questi temi. Il comune abruzzese, primo in Italia, già nel 2013 aveva aderito alla Convezione di Faro. E già quattro anni prima, nel 2009, subito dopo il devastante terremoto che colpì L’Aquila e l’intera regione, il Municipio aveva avviato un progetto di democrazia deliberativa. Borghi Attivi è la definizione scelta. Un progetto che prevede linee guida per lo sviluppo locale e per l’estetica del paese. Fu a quel tempo che venne creato Casa&Bottega, ovvero un piano di social housing ( di edilizia sociale e popolare, che coinvolge anche i privati con l’obbiettivo principale fornire alloggi con buoni o ottimi standard di qualità , a canone calmierato).
Un progetto di rigenerazione urbana per combattere lo spopolamento, creare occupazione e tutelare il paesaggio. Insomma, a Fontecchio la Convenzione di Faro si è cercato si applicarla prima ancora che l’intero paese, l’Italia, la recepisse.
Nei quattro giorni del workshop, nel piccolo paese abruzzese arriveranno delegazioni di studiosi di tutta Europa: Francia, Grecia, Austria, Belgio, Italia Spagna, Germania e Portogallo. Accademici che confronteranno conoscenze ed esperienze. I lavori saranno aperti al pubblico nella giornata conclusiva, il 12 ottobre. E’ in quell’occasione che verranno condivisi i risultati degli studi con le autorità nazionali e locali. A presiedere i lavori, il francese Hakan Demir della Divisione della Cultura del Consiglio d’ Europa.