Sono entrata con gli occhi sbarrati nel Padiglione della Fiera a Excel, Londra, come se volessi catturare in modo più efficace tutte quelle immagini e quelle informazioni che riempivano gli stands affollati, illuminati in modo che tutto fosse ancora più visibile e percettibile.
Sentivo accendersi dentro di me una curiosità senza fine: “Sono al Bett, a Londra”, – ho pensato con soddisfazione-, una delle più grandi fiere planetarie sulle tecnologie nell’educazione.
Persone di tutte le nazionalità brulicano tra uno stand e l’altro, come un fiume che si muove lento e sommesso, senza far troppo rumore, per dare la possibilità a tutti di ascoltare, di capire, di imparare.
L’Arena e le aule che ospitano seminari e conferenze sono affollate di persone che ascoltano, sotto il brusio costante del resto della fiera che fa da sottofondo agli interessanti interventi degli esperti.
Da un anno all’altro si percepiscono i cambiamenti perché nella tecnologia tutto cambia vorticosamente e il nuovo diventa obsoleto in poco tempo: al posto delle lavagne interattive dello scorso anno, ecco i panel display, che non hanno bisogno di proiettore, mouse e computer.
Rimango affascinata dalla presentazione di Classflow, un software gestionale della ditta Promethean , che permette di gestire la classe e collega quanto indicato nel panel al tablet dello studente, senza fili, solo attraverso la rete.
Lo stesso vale per Google e Windows Education, che offrono strumenti didattici ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, a supporto della didattica che prevede l’uso delle tecnologie….e per queste si intendono non solo i computer e le lavagne interattive, ma anche tablet e smartphone.
Mi guardo intorno sempre più affascinata e sinceramente penso che non voglio morire, sarebbe proprio un peccato: vorrei vivere per vedere quello che sarà.
Se penso al mio primo giorno di scuola, con penna e calamaio, quanto è cambiato in mezzo secolo? E quanto cambierà ancora?
Realtà aumentata, stampante tridimensionale e software di progettazione distolgono il mio pensiero: catturo qualsiasi dimostrazione, scrivo, prendo appunti, volo da uno stand all’altro per paura di perdermi qualcosa.
Mi assalgono pensieri e domande: mi raccolgo in un angolo della fiera e mi siedo, come per riassumere un po’ il tutto.
Penso che tutto quello che vedo sia straordinario ed è davvero una grande opportunità, ma non lo sarà per tutti: i Paesi che non hanno la connessione Internet sono tagliati fuori da questo mondo magico e anche le classi sociali meno abbienti non potranno sicuramente permettersi di essere al passo con i tempi.
Penso anche ai docenti che hanno necessità di essere formati e di essere sostenuti in questo processo di trasformazione della didattica. Penso ai giovani che subiscono l’overload di informazioni e che hanno necessità di essere guidati per orientarsi nella complessità.
I pensieri si accavallano e immagino le ICT come strumenti validi per l’inclusione dei disabili e dei ragazzi con difficoltà, immagino Enti Locali virtuosi che collaborano con le scuole per valorizzare le esperienze con le tecnologie, immagino solidarietà e sussidiarietà.
Vedo le due facce di una stessa medaglia: respiro e riprendo il mio viaggio, come se avessi trovato risposte ai miei dubbi e alle mie riflessioni.
Il fatto è che, al di là di qualsiasi immaginazione, io sono solo un piccolissimo pezzetto di un grandissimo puzzle. Sono convinta , però, che anche il mio infinitesimo spazio contribuirà a rendere completo il meraviglioso disegno.
Caterina Runfola
http://www.liceobanfi.gov.it/attività-distituto-extrascolastiche/reportage-bett-2015-londra