La smaltatura

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Quando entri a SLAncio, lo sguardo viene catturato  da  una composizione di piastrelle appese al muro, che insieme formano quello che viene definito L’albero delle vite racchiuse. Sono piastrelle molto particolari, perché a produrle è Dario Scagliotti, un odontotecnico in pensione, che innamoratosi della tecnica smaltatura a fuoco, ha deciso di farla diventare la sua passione.


Se lo ricorda ancora bene, quando dieci anni fa conobbe Suor Teresa, insegnante del Liceo Artistico Le Preziosine di Monza: ne rimase affascinato a tal punto, che ora, questa attività assorbe quasi completamente le sue giornate, che lui trascorre a realizzare nuove idee nel suo laboratorio: «Il mio lavoro di odontotecnico ha aiutato nella manipolazione dei materiali e nella precisione della lavorazione di alcune tecniche di smaltatura – ci confida Dario – ad esempio per la tecnica che prevede l’utilizzo del filo di rame o quella in bianco e nero detta “grisaille”».


La smaltatura a fuoco, utilizzata per realizzare le piastrelle di SLAncio, è una tecnica risalente al 1300 a.C., a cui si possono attribuire i primi ritrovamenti; ancora poco conosciuta in Italia, sembra essere più usata nell’Est del mondo, come in Russia o in Giappone, spesso applicata nel campo dell’oreficeria.

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Ecco perché una mano fine, come quella di Dario, abituata a lavorare con dei materiali specifici per gli impianti odontotecnici, ha contribuito a renderlo molto abile in questa tecnica: la smaltatura viene effettuata con granelli di vetro colorati sciolti nell’essenza di lavanda e applicati su una lastra di metallo di diverse tipologie: argento, bronzo, ferro, oro, rame. La lastra viene poi cotta in forno a 800/900°C.


Ma vediamola da più vicino.


IL DISEGNO. Innanzitutto deve essere preparato il disegno su una carta apposita, che viene poi incollato con una colla vegetale alla lastra di metallo. A questo punto, si può trasferire il disegno sulla piastra, trapassandolo con un traforo dotato di una punta sottilissima. Una volta fatto questo, si pulisce la lastra con una paglietta da cucina, per eliminare lo strato grassoso formatosi durante la lavorazione, immergendola da ultimo, in una soluzione di acqua e soda per lavarla.


LA SMALTATURA. La lastra è pronta per essere smaltata e si deve scegliere la tipologia di smaltatura: gli smalti utilizzati sono diversi, dai coprenti ai trasparenti. A seconda di come viene trattata la lastra, lo stesso colore, può assumere delle tonalità diverse. Quindi, viene applicato uno strato di colla vegetale e lo smalto, ovvero dei granelli di vetro colorati, che viene spolverizzato direttamente sulla piastra tramite un colino. Una tra le tecniche di smaltatura più usate corrisponde al sistema cosiddetto a mosaico, perché si possono preparare utilizzando anche tecniche differenti tra loro, pezzi singoli che poi verranno assemblati in un secondo tempo. Una volta smaltata la lastra, è pronta da infornare.

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LA COTTURA. Ecco che la si appoggia su dei trivett o tre vette, dei supporti a tre spuntoni, costituiti in modo da poter mantenere la lastra rialzata. Il forno viene preriscaldato, cosicché i pezzi rimangano all’interno per pochi minuti. Ogni volta che si desidera modificare, aggiungere uno smalto o una decorazione è necessario reintrodurre la lastra nel forno, motivo per cui alcune di esse sono cotte più volte.

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UN PO’ DI CONTROSMALTO. Infine, sul retro della lastra viene passata una mano di controsmalto, materiale ottenuto dagli scarti della lavorazione: la sua applicazione, consente di mantenere la lastra perfettamente piana.

E’ indubbiamente un lavoro di grande pazienza e accuratezza, un lavoro che possiamo definire quasi certosino!

Chiara De Carli

 

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