Le favole sono insostituibili, si raccontano ai bambini per concludere le loro giornate e conciliarne il sonno, ma esse hanno anche uno scopo educativo, infatti, utilizzando metafore, descrivono situazioni della vita con linguaggio semplice e diretto e, attraverso storie esemplari, tengono viva l’attenzione dei piccoli ascoltatori e propongono strategie per affrontare i primi problemi nei rapporti interpersonali.
Attualmente, è leggittimo dubitare che vicende come quella di Biancaneve o di Cenerentola, pur conservando la loro magia, rappresentino modelli di vita nei quali i nostri bambini possano identificarsi, è quindi opportuno affiancare ad esse fiabe più aderenti al nostro contesto sociale.
Per questo, Patrizia Franchina, insegnante di scuola primaria con laurea in pedagogia, propone otto favole di nuova invenzione, che trattano di aspetti con i quali le nuove generazioni convivono più o meno quotidianamente.
Ad esempio, nella prima favola, facendoci incontrare un re che ha abolito nel suo regno tutte le scuole, e mostrando le conseguenze di questa scelta, la scrittrice sottolinea quanto sia importante l’istruzione; mentre ne La Zebra a pois, attraverso l’uso di animali umanizzati, dimostra quanto la diversità possa essere fonte di arricchimento e di scambio. Ancora, nella fiaba che ha per protagonista Inghe, un pesciolino grigio, l’autrice tratta il tema delicato del bullismo nella scuola, esortando le vittime a ribellarsi ai soprusi, e i compagni di scuola a non rendersi complici con il loro silenzio.
Una scelta innovativa, quella fatta dalla Franchina, che attraverso le conclusioni delle sue storie suggerisce che per risolvere i problemi non si deve aspettare l’intervento di una bacchetta magica, ma bisogna sapersi assumere le proprie responsabilità e, soprattutto, trovare il coraggio di affrontare i problemi.
Valeria Savio