di Luigi Picheca
L’uomo, dotato di intelligenza e capace di costruire nuove attezzature, ha saputo scoprire nuovi metodi per migliorare le proprie condizioni di vita. Nei milleni egli ha così saputo acquisire n pratiche che hanno dato il nome a periodi storici, suddividendo in Ere i progressi conseguiti da nostri predecessori.
Si ricordano le Ere del Bronzo e del Ferro, per esempio, per ricordare importanti passaggi nell’abilità che l’uomo seppe mettere a propria disposizione per migliorare la resistenza degli arnesi che costruiva. Anche l’invenzione della ruota ha dato grande impulso alle attività umane spingendolo ad osservare meglio ciò che la natura gli metteva a disposizione per affinare il suo ingegno.
Facciamo un salto nel tempo per arrivare all’invenzione in oggetto, una di quelle che ha drasticamente cambiato le nostre abitudini e il nostro benessere.
L’Automobile ha visto la sua nascita nelle menti più fervide e prodigiose nel lontano passato. La voglia di andare oltre i carri a trazione animale fece capolino nel dodicesimo secolo come brillante intuizione di un filosofo inglese. Mancavano però le conoscenze tecniche per assemblare un vero e proprio veicolo, cosa che prese forma con l’invenzione della macchina a vapore.
A questa invenzione hanno collaborato i vari genii del passato, conosciamo tutti i disegni di Isaac Newton che nel corso del XVII secolo mise a punto un apparecchio a vapore che si muoveva grazie alla spinta del getto di vapore, un autentico primordiale motore a reazione! In questo secolo gli studi del francese Papin gli consentono di arrivare ad accumulare la forza del vapore in un cilindro di metallo dotato di valvola di uscita, quella che noi chiamiamo comunemente pentola a pressione, gettando le basi sull’utilizzo regolato della forza del vapore.
Il tentativo di costruire veicoli mossi dal vapore incontrò diversi problemi per la complessità che derivava dalle problematiche di poter controllare il veicolo stesso che risultava pesante e incontrollabile sulle piste che esistevano allora.
La propulsione a vapore trovò maggiore applicazione sui treni e sui bastimenti, che potevano essere guidati più agevolmente.
La vera prima automobile prese forma sul finire dell’800 , quando le capacità tecniche dell’industria permisero di costruire motori relativamente piccoli e leggeri da montare su un telaio adeguatamente realizzato.
Anche in questo caso concorsero tanti cervelli di varie nazionalità per raggiungere questo obiettivo. Francesi, inglesi, italiani e tedeschi si disputarono il privilegio di mettere la firma a questo progetto. Furono però i tedeschi Otto e Langen che riuscirono a brevettare un motore che utilizzava derivati del petrolio come carburante e che rispondva a tali esigenze.
Furono poi i tedeschi Daimler e Benz i più rapidi a brevettare autoveicoli di buona fattura.
Sembra strano che ancora oggi a guidare il mondiale di F1 siano gli antichi competitori per l’invenzione dell’automobile, furono infatti gli italiani e i tedeschi a contendersi questo primato come sono le
Mercedes-Benz e le Ferrari a contendersi oggi il titolo di Campioni del Mondo.
Le Automobili hanno subito nel tempo diverse migliorie tecniche ma i motori hanno avuto poche migliorie in quanto a rendimento termodinamico, ancora oggi i motori endotermici hanno un basso rendimento assoluto e inquinano molto. Le tecniche sono rimaste quelle che furono inventate a inizio 900 e i motori sovralimentati non hanno trovato sviluppi particolarmente rilevanti fatto eccetto del progresso tecnologico che ha permesso di costruire motori sempre più leggeri, affidabili e performanti.
La sicurezza delle Automobili ha fatto passi da gigante e la comodità del viaggiatore ha migliorato enormemente grazie all’evoluzione della componentistica.
Sospensioni, freni e sedili hanno subito miglioramenti grazie al fiorire di industrie specifiche che hanno compiuto studi e profuso investimenti rilevanti.
L’Automobile di oggi è la sintesi di sforzi considerevoli e consistenti svolti in vari settori , anche grazie allo sviluppo del settore che si occupa della costruzione e della sicurezza stradale, l’unico limite ancora esistente è dovuto alla variabile umana che col suo comportamento miete tante, troppe vittime sulle strade.
Luigi Picheca