Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di una nostra lettrice
Non so come, navigando, ho incrociato il vostro giornale e sono molto contenta di averlo trovato, perché interpreta la mia filosofia di vita. Dico sempre che se fossi ricca, mi comprerei un canale televisivo per divulgare il bene e il bello (questo lo fa un po’ TV 2000).
Siamo una società che dispone di potenti strumenti di autodistruzione, dalla bomba atomica alle future intelligenze artificiali. Se non si formano le coscienze, il nostro destino è segnato. Nella mia filosofia di vita , fin da ragazza, ho sempre lasciato spazio al volontariato, ritenendolo utile agli altri , ma anche a me. Il volontariato, per chi lo fa, è formativo, rende felici e aggiunge significato alla propria vita.
In una società nella quale impera la cultura della violenza che penetra nelle coscienze dei bambini sotto forma di videogiochi “di guerra”, dove si valorizza la sopraffazione dell’altro, è ancor più urgente educare al bene e al bello a partire dalla scuola.
Mi è piaciuta l’iniziativa di un’insegnante che ha dato ai suoi alunni il compito di trovare e riflettere sulle belle notizie che pure si trovano sui giornali, anche se relegate nelle ultime pagine. Questa è un’iniziativa concreta.
Mi aveva entusiasmato la lettura di un articolo sul micro credito (iniziativa concreta) che ha portato all’assegnazione del premio Nobel al suo ideatore Muhammad Yunus.
Mi ha entusiasmato la notizia che in un giorno di luglio, in Etiopia sono stati piantati 350 milioni di alberi (iniziativa concreta) e questo ci insegna che, se pure molto possiamo fare come singoli, cose grandiose possiamo fare con gli altri.
Se penso che ogni giorno ci sono giovani che per noia cercano emozioni praticando sport estremi e rischiando la propria vita, che usano violenza a senza tetto (come profetizzato dal film “L’arancia meccanica” già negli anni ’70), mi assale una grande rabbia nel vedere sprecate tante energie, tante vite destinate al nulla e all’infelicità. Donare un sorriso a un bambino o partecipare a un progetto a fini sociali provoca emozioni ben più profonde e vere. Mi piacerebbe proprio contribuire a realizzare qualcosa di concreto per invertire la rotta .
Credo che ciò che fa la differenza sia l’atteggiamento positivo e benevolo con cui si affronta la vita. Cosa penso quando vedo un bicchiere colmo a metà? Lo vedo mezzo pieno o mezzo vuoto? Come possiamo fare per educarci a vederlo mezzo pieno?
Poiché scrivo proprio nel momento in cui sta nascendo un nuovo governo, tanto discusso, mi sento di dire che chi vede il bicchiere mezzo vuoto, parla di “ inciucio”, mentre chi vede il bicchiere mezzo pieno parla di opportunità. Teniamo presente che la politica è l’arte della mediazione e che un atteggiamento maturo richiede di gettare alle spalle gli sgarbi reciprocamente fatti , altrimenti ci si ferma a un’età infantile.
Poiché nessun partito da solo ha la maggioranza per governare, certo sarebbe stato più maturo misurare le parole, evitando toni offensivi (senza rinunciare a dire il proprio pensiero) per evitare di fare, poi, alleanze scomode.
Già mi sono troppo dilungata; vi ringrazio per quanto fate. Vi auguro che con la provocazione del bene possiate fare breccia in molte coscienze. Cordialmente .
Fedra Furini